sabato 12 maggio 2012

Una frase


Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto:
a essere contento senza motivo,
a essere sempre occupato con qualche cosa,
e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera.

paulo coelho (monte cinque)

venerdì 11 maggio 2012

Perchè non faccio le cose che mi fanno bene? B.J. Gallagher - Corbaccio Editore


Ogni tanto mi fermo e mi domando proprio questo.  Così, quando ho visto in biblioteca un libro con questo titolo, non potevo che prenderlo in prestito.

Non amo i libri "self care" e neppure leggere i consigli di esperti di benessere psico fisico: credo che ciascuno di noi possa e debba trovare da se' il proprio equilibrio.

In effetti il libro è un elenco di consigli, strumenti e suggerimenti per volersi bene, e l'autrice è una sociologa statunitense esperta in corsi motivazionali. Non l'avrei preso se il titolo non fosse così "nelle mie corde"!

E non l'avrei neppure preso se non avessi vissuto direttamente l'esperienza di una collega convinta di aver trovato l'uomo della sua vita, al punto da lasciare marito, figli, cambiare lavoro e rinunciare alla sua quota di proprietà della casa per dedicarsi alla cura di questa persona - ne' bella, ne' ricca e neache in buona salute - per poi scoprire che era un esperto truffatore con una condanna di 1 anno e 6 mesi per frode. Oggi si domanda come abbia fatto a dimenticarsi di se' per cosi' tanto tempo......

C'è sempre da imparare, percio' nelle lunghe file per raggiungere il lavoro mi sono dedicata alla lettura di questo vademecum.

giovedì 10 maggio 2012

Ancora una volta scambio!



Nonostante gli impegni, le giornate frenetiche, i figli e il lavoro, con  "le donne" del gruppo di acquisto ci siamo ritagliate un pomeriggio di scambio abiti; noi lo chiamiamo gassaldi ma, negli ambienti che contano, si dice swap party.
La sostanza è la stessa: una casa a disposizione (grazie Barbara per la pazienza!), capi di abbigliamento, scarpe, borse, lasciati o dimenticati negli armadi da tutti noi perchè "non si sa mai", "magari l'anno prossimo" ........

Proponendoli ad altri, si scopre che gli oggetti riprendono vita e che qualcuno, proprio il quel momento desiderava quella cosa per noi superflua.

Di solito lo scambio parte in modo ordinato: magliette piegate, giacche allineate su porta abiti, scarpe in fila e con aplomb, si osserva e si prova.











Poi è il CAOS!



Una piacevolissima atmosfera di caos che crea intimità e complicità. Il senso non è necessariamente portarsi a casa qualcosa - alle volte gli oggetti ritornano al successivo scambio - ma condividere e imparare a non accumulare avidamente. Le nostre case si svuotano ed è un piacere incontrare un'amica che indossa il tuo maglione dell'anno scorso..........

Piano, piano diventa uno stile di vita: se un paio di pantaloni non ti va più bene lo offrirai, se devi comprare una cosa nuova ci pensi bene (proprio mi serve?).

Ovviamente non c'è paragone con un negozio di abiti usati o con i tanti siti di scambio che si trovano in rete perchè, così facendo, si torna anche a stare insieme. Magari per un solo pomeriggio ma, garantisco, ne vale la pena!



In altre parole si fa decluttering divertendosi, ma di questo ho già raccontato qui.






venerdì 4 maggio 2012

Se l'elefante avesse le ali di Marcus. Nord Sud edizioni/ Mai contenti! Bruno Munari. Corriani editore

E' stato un pensiero di mio figlio a far emergere il problema: "I miei compagni vedono una cosa in Tv e ce l'hanno. Hanno visto l'album delle figurine dei cantanti (n.d.r. una nota catena di supermercati offre album e figurine di personaggi dello spettacolo........) e l'hanno comperato, tutto quello che c'è nella Tv lo hanno".
"A te interessa quell'album e preferisci stare davanti alla Tv piuttosto che lavorare la creta come stiamo facendo  adesso?" chiedo io. "Non mi interessa l'album e mi piace giocare così. Però a scuola hanno le "cose della TV".

E' venuto il momento del confronto, peraltro già cominciato l'anno scorso con l'inizio delle scuole elementari, e credo sia necessario approfondire,  capire il livello del disagio (se vero disagio c'è) e aiutare ad apprezzare le proprie qualità e i prorio interessi. Il passaggio successivo dovrà essere quello di insegnare a condividere  il suo mondo con gli amici così come loro lo inondano di messaggi che sembrano non interessarlo.

L'anno scorso - con sorpresa - abbiamo trovato una classe di prima elementare abituata a PS,Wii e messaggi televisivi. L'altra sorpresa - che ancora fatico a "elaborare" -  è l'avvallo delle insegnanti: mi hanno fatto notare che mio figlio era "fuori" perchè non aveva strumenti di dialogo e mi hanno chiesto che interessi avesse il  bambino. Evidentemente ho dovuto rispondere (anche se la domanda mi sembrava sciocca) che facevamo molte cose con i bambini ma non usavamo lo strumento Tv e i suoi annessi. Nello specifico ho spiegato - da brava scolaretta - che hanno a disposizione colori, fogli e pennelli per disegnare, vediamo spettacoli teatrali (non il Faust, s'intende), "usiamo" la biblioteca e "sfruttiamo" tutte le iniziative lì proposte e poi giocano, giocano, giocano.
E il calcio? no, non sono interessati al calcio, fanno nuoto e psicomotricità. Ogni tanto partecipano al closlieu.   E' grave?. "Si, queste sono cose da bambini più grandi". Non conoscevo esistesse una scaletta cronologica.

Pare fosse grave. Non dal mio punto di vista. Infatti ha regolarmente socializzato. "Gioca con tutti e  in palestra è uno dei più richiesti". Questa affermazione è di qualche mese dopo.


Ho sfruttato la mia esperienza come punto di partenza perchè ho l'impressione che l'omologazione non sia solo un processo culturale che una persona adotta per uniformarsi ai più e non sentirsi escluso ma una formale richiesta delle istituzioni (tutte, politica inclusa).


Io continuo a aiutare i miei bambini ad accettarsi come sono e faccio come sono capace: leggendo.

Per questo Venerdì del libro  ho scelto proprio uno dei libri per abituarsi a dire "sono come sono. Punto."


Se l'elefante avesse le ali di Marcus Pfister ed. Nord-Sud. Segnalo il titolo originale "Just the Way you are" perchè è decisamente più adatto!


In questo bel libro illustrato tutti gli animali vanno in cerca di un amico ma ciascuno vorrebbe essere un po' l'altro: il leone vorrebbe le spine del riccio, il riccio vorrebbe il becco del tucano, il tucano vorrebbe essere come il camaleonte, la cicogna la criniera del leone............ma, pensandoci bene (e per il lettore, grazie ai ritagli nelle pagine è chiaro come diventerebbero alla fine gli animali se, per assurdo, diventassero come desiderano) si trovano ridicoli e tutto finisce con una bella risata.

I testi e le illustrazioni sono di Marcus Pfister, autore delle edizioni Nord-Sud, casa editrice svizzera fondata cinquant'anni fa con il motto Multum non Multa  (qualità non quantità) e con il desiderio di ricercare nuovi talenti e artisti. Nonostante i libri della Nord Sud siano ormai diffusi e tradotti in numerose lingue (si legge sul loro sito che sono tradotti anche in  provenzale,  ebraico, greco, cinese, islandese, corso, irlandese, gallese, zulu, mande, lappone e diversi dialetti svedesi), qualsiasi loro testo vi capiti tra le mani - soprattutto quelli "datati" - vi colpirà per qualcosa: testi curati o immagini molto particolari.

Marcus Pfister illustra da anni per la Nord-Sud ed è specializzato nell'inventare personaggi/animali. Ha creato inizialmente il Gufo addormentato, ormai introvabile (nella mia biblioteca 20 pagine del catalogo sono dedicate a questo autore ma del gufo nulla!) e i più famosi Pinguino Pit e Coniglietto Fiocco.
Il personaggio più fortunato è stato indubbiamente il Pesciolino Arcobaleno (alcuni testi di questa serie sono stati tradotti in italiano da Isabella Bossi Fedrigotti) ed è curioso come sia  "nato" il pesciolino: all'autore era stato chiesto di prendere spunto dal suo gufo per inventare un altro animale, non trovava l'ispirazione ed era quasi tentato di rinunciare al progetto quando.....
"... when one day by chance, “The Sleepy Owl” was lying next to my desk. That was it! The typical, stylised bird feathers became scales and the colorful owl became a colorful fish. In the end this was the only thing that these two books had in common - at this moment, the “Rainbow Fish” was born. "

ecco l'ispirazione!
ed ecco il libro!


E Munari cosa c'entra in questo contesto? C'entra perchè è stato il precursore dei libri con una grafica particolare e di questo tema - sono come sono - ne ha trattato, con la solita semplicità per cui mi stupisce sempre, nel testo "MAI CONTENTI" (il titolo già dice tutto) che fa parte della serie di 10 libri scritti per Mondadori da Munari nel 1945:  Mai contentiL’uomo del camion; Toc toc Chi è? Apri la porta; Il prestigiatore verde; Storie di tre uccellini; Il venditore di animali; Gigi cerca il suo berretto. Nella quarta di copertina di questi testi è riportato "progettato da Bruno Munari". In effetti all’interno delle poche pagine (al massimo 5 o 6 pagine) si aprono finestre e si sollevano alette. A noi lettori "contemporanei" non stupisce affatto vedere effetti speciali nei libri per bambini ma negli anni '40 fu una vera e propria rivoluzione della carta stampata. (ma per questo ci vuole un altro post!).

c'è scritto "Il pesce è stanco di stare sott'acqua e sogna anche lui. Sogna di essere una lucertola per poter stare ore e ore sopra un sasso al sole"



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