martedì 27 novembre 2012

Dummy. Giochi in famiglia.



Tempo fa un'amica mi ha regalato un gioco di carte che i suoi figli non utilizzavano più.
Per un po' è rimasto nell'armadio dei giochi di società, negli ultimi tempi scioccamente un po' snobbati.
L'altro giorno, complice la pioggia e il riordino della cameretta, ci abbiamo finalmente giocato.
Il gioco si chiama "Dummy" ed è prodotto da Dal Negro. Riporto il nome del produttore non perchè il post sia sponsorizzato (chi potrebbe avere l'idea di sponsorizzare un blog così poco aggiornato e per nulla professionale  ;) ) ma perchè trovo giusto citare una tradizionale fabbrica di carte sul mercato dal 1756! 
Poi in questo periodo in cui sul web circolano tanti dubbi, suggerimenti, commenti sul tema "libro o tablet?", perchè non cambiare le carte in tavola e parlare di un gioco tradizionale? 

Pur essendo un gioco senza limiti di età, è sicuramente adatto per bambini.

Il gioco è costituito da 106 carte con cinque numeri diversi dal 3 al 7. Le carte vanno distribuite tutte e ogni giocatore ne puo' tenere in mano 3. Al proprio turno si sceglie quale o quali carte (da 1 a 3) mettere sul tavolo e se ne penscano altrettante dal proprio mazzo in modo da averne sempre tre in mano. Le carte si mettono sulle stesse carte già sul tavolo in modo da formare una serie di file: la file dei 3, dei 4, dei 5, dei 6 e dei 7.
Qual'è l'obiettivo? chiudere la fila e conquistare tutte le carte della fila. Chiudere la fila significa completare, ad esempio, la file dei 3 con 3 carte o la fila del 7 con sette carte.
E' un gioco molto veloce e semplice.
Il sito del produttore lo consiglia per bambini oltre i 7 anni; noi abbiamo giocato anche con il più piccolo (5 anni) che non riconosce i numeri ma, avendo capito il meccanismo (e con qualche suggerimento iniziale) ha partecipato attivamente. Certo ha pescato più file di 3 - le più facili - che il fratello snobbava per raggiungere le file più numerose. Equilibrio perfetto!


Naturalmente il gioco si fa complesso e più competitivo se i giocatori sono attenti e calcolano come giocarsi le carte.

Buon divertimento!

venerdì 16 novembre 2012

Maud Lethielleux


Metti un pomeriggio in biblioteca, la wish list quasi esaurita e il bisogno di un libro nuovo.

Lo sguardo si ferma sulla foto, poi il titolo La bambina che diceva sempre sì (il titolo originale è più azzeccato Dis oui, Ninon) e leggo si tratta di  una giovane scrittrice francese, musicista e autrice teatrale, homeless per scelta per due anni.
Materiale interessante ce n'è.

Infatti il libro è bello. E' scritto partendo dal punto di vista di una bimba di 9 anni, pasticciona e noncurante di adulti, buone maniere e convenzioni.

La storia è apparentemente semplice: i genitori si separano e Ninon decide di vivere con il padre. Nulla di strano se il padre non fosse un idealista convinto e sopra le righe. Insieme cercano maldestramente di costruire una casa, si curano delle loro capre, producono e vendono formaggio. Tutto in una cornice bucolica e approssimativa.

Ninon adora il padre e fa proprie le sue teorie contro il capitalismo, il benessere e il consumismo. Ninon non comprende perchè non si possa vivere senza elettricità, senza certezze e la scuola è un obbligo che la infastidisce.

L'autrice non giudica e sembra chiedere al lettore di procedere nella lettura con la stessa leggerezza con cui la protagonista si racconta e di approfittare di questo sguardo poetico sulla vita e gli adulti.



mercoledì 7 novembre 2012

La ferita di una mamma.


Come si riconosce una mamma ferita? lo sguardo spento, i capelli spettinati, il sonno leggero o inesistente, i pensieri che si accavallano, il senso di ingiustizia che affiora in ogni discorso, la rabbia per un bambino in difficoltà, la stanchezza per una battaglia impari.

Questo è il mio ritratto degli ultimi giorni. Il risultato di tre anni di scuola primaria e tre anni per far capire bastava solo un po' di attenzione in più, una carezza, un sorriso, uno sguardo di intesa per trasmettere fiducia nelle sue capacità. Tre anni per sentirmi dire "non abbiamo tempo per seguire tutti, è una classe turbolenta", "serve una diagnosi precisa".  E allora  tre anni e due test per riferire  non ha alcun difetto cognitivo, è lento, è immaturo, è emotivo ma ce la può fare. Alla fine "avete sbagliato".


Il mio bambino era sempre sulle nuvole, affettuoso, dolce, con una fantasia esagerata che esprimeva nei suoi disegni, oggi è arrabbiato
Oggi mi chiede aiuto.
La mia battaglia non può finire.

sabato 3 novembre 2012

Dialoghi surreali.



In macchina.

- Elia, oggi è una corsa contro il tempo: prima la tua piscina, poi il ritiro delle scarpe per il G.a.s. da Paola  e ancora, alle 16, da Barbara per lo scambio dei vestiti. Arriverò distrutta.

- Mamma non ti preoccupare, ho io un'idea: saltiamo la piscina senza dirlo a papa' . Stasera poi gli racconterò qualcosa tipo "ho fatto un bel tuffo, mi sono divertito, c'erano le palline........".

Non ho risposto e non sapevo neanche cosa pensare: fargli il solito predicozzo sulle bugie o essere sollevata per avere qualcuno su cui contare?

Certo è che in piscina non siamo andati.


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