sabato 27 settembre 2014

Closlieu. Cos'è?


Letteralmente e con la lettere minuscola: luogo chiuso, protetto (dal francese).
In arte e con la lettere maiuscola: solo Closlieu.


Ho incontrato il Closlieu come si incontrano le cose belle: per caso.
Ci portavo il mio primo bambino (ora ottenne innamorato di quest'attività) e, sempre per caso ma anche per bisogno, mi ritrovai anchio in quel luogo.
Muri completamente coperti da carta già segnata da tanti colori, un'infinita tavolozza di colori ognuno dei quali accompagnato da tre pennelli. Dal più grande al più piccolo.
Fogli bianchi e puntine, un praticien disponibile a applicare il foglio dove preferisci. Alto, basso, in verticale e orizzontale. Una panchetta per sederti, una scala per i disegni più in alto.
Nessuna indicazione, nessun giudizio. Solo tu e il foglio. E tutti quei colori.
All'inizio sembrano troppi.
Con il tempo, invece, non bastano più: cerchi quella nuance particolare che si forma unendo due, tre, quattro colori; il praticien ti prepara a parte il tuo colore.

Non è facile ritornare alla traccia, il segno che da piccoli ovunque si tracciava, bastava un muro e non serviva un'idea. Ci vuole pazienza e un ambiente tranquillo per ritrovare il piacere di disegnare e basta, senza copiare, senza aspettarsi un complimento o sentirsi in dovere di spiegare di che si tratta.

Quante volte ai bimbi impegnati con cerchi e righe si chiede "cos'è?",  ma che volete che ne sappia! quando risponde, riferisce - molto probabilmente - la prima cosa che gli viene in mente. Un bambino disegna per istinto, per necessità: anche quando la carta e i pennelli erano un lusso, disegnavano per terra, con i gessetti o con i sassi appuntiti.

Consentire ad un bambino di esprimersi liberamente significa regalargli un atto d'amore. Ti accolgo per quello che sei, ti offro uno spazio in cui sentirti libero di essere te stesso.

Oggi questa libertà è negata ai bambini già piccolissimi, i nostri ritmi di vita li obbligano a frequentare scuole e asili dove non sempre il bambino è al centro dell'attività ma è l'attività stessa ad essere al centro. Difficilmente le inclinazioni personali e i propri sentimenti possono emergere, anzi si frappongono barriere tra come sei e come devi essere e, per consentire un lineare andamento del gruppo classe, ciascuno deve cercare di adattarsi.

Eccoti quindi nel Closlieu. Tu, un bambino di questa società, che ha accumulato numerose e spettacolari esperienze. Eccoti fra queste quattro pareti, davanti a questa tavolozza. Qui nulla ti viene incontro. Questa "cella" ti isola dal mondo delle proposte e delle sollecitazioni, ti esclude da tutto ciò che la civitlà ha preparato per il nostro consumo. 
La definizione di "cella" per la verità è un termine improprio, perchè tu qua non sei solo. E questo è fondamentale. 
In questo spazio, ci sono circa dodici persone per le quali tu non sei un intruso, bensì un nuovo compagno. 
Hai già vissuto quelle che si definiscono "esperienze sociali" [....] . Queste esperienze ti hanno "armato" per la vita. [....]. 
Hai imparato a difenderti, a sottoporti alle leggi della collettività. Soprattutto hai imparato gli effetti del mettersi in competizione.
Nel Closlieu gli altri non sono tuoi concorrenti ma non formano nemmeno un clan.

da "Felice come un bambino che dipinge" di Arno Stern e Peter Lindberg, Armando edizioni.

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