domenica 30 gennaio 2011

Imparare la lettura mediata. Metodo Feuerstein.

Questo è il titolo di un laboratorio di lettura di fiabe che ho appena frequentato.

Prima di "rovesciarvi addosso" il motivo del mio entusiasmo per questo laboratorio ci tengo a dire due cose: Il laboratorio è stato condotto da Lorenza Del Vento dell'Associazione Insieme Intelligenti, un’organizzazione di volontariato che si occupa di difficoltà di apprendimento e del recupero delle disabilità cognitive secondo i principi della Pedagogia della Mediazione del prof. Feuerstein. (e questo non significa solo handicap...........!!!).
Il prof. Feuerstein è un personaggio moooolto interessante (se volete la sua biografia è disponibile qui); io ho scoperto questo signore e il suo metodo leggendo - veramente per caso! - un libricino alla portata di tutti "Come insegnare l'intelligenza ai vostri bambini" della Red edizioni. (Non che speri di avere figli con un q.i. esagerato, dato i geni che gli abbiamo trasmesso ci possiamo accontentare di un valore medio......, e poi l'intelligenza da sola non serve granché, a mio parere va arricchita con tante altre qualità di cui scriverò magari in un altro post.)
E poi mi sono imbattuta in  "Non accettarmi come sono" ma questo testo è un po'  complesso, che ho letto grazie alla mia nipotina Anita che è bella, sorridente, dolce e ha un cromosoma in più (a noi questo non interessa granché ma il testo è utile per capire come entrare in relazione con lei e soprattutto per aiutarla a crescere credendo in tutte le sue potenzialità).

Cosa dice Feuerstein? brevemente:  è  decisamente contrario alla concezione innatista dell'intelligenza (cioè non si nasce intelligenti o stupidi e amen...), e ha come base la nozione di modificabilità cognitiva, per la quale le facoltà intellettive possono essere accresciute non soltanto nell'età evolutiva ma anche durante tutto l'arco della vita di un individuo (che sollievo, ho ancora speranze!).
Nello sviluppo cognitivo, afferma che un ruolo fondamentale viene svolto dalla mediazione sociale, poiché l'apprendimento non ha luogo tanto in seguito all'esposizione diretta di un soggetto agli stimoli, quanto piuttosto attraverso l'azione di un mediatore. In altre parole io posso sottoporre ai miei bambini giocattoli, immagini, film, libri, spettacoli, esercizi, compiti ma senza la mia interazione incoraggiante e ottimista (o di altri, la mamma non è factotum...), di avvicinamento e comprensione di tutto ciò, a poco valgono! e anche qui servirebbe un altro post......

VADO AL DUNQUE!!!

Il laboratorio è stato fantastico e mi ha insegnato che la NARRAZIONE è una GRANDE POTENZIALITA'.
Meglio scegliere le fiabe (presente Cappuccetto Rosso, Pollicino......) perché intanto il protagonista è un essere umano (ed ecco l'identificazione), c'è uno schema iniziale ben chiaro e equilibrato, poi arriva il disequilibrio (ed ecco che s'impara che le cose non vanno sempre come speriamo o desideriamo...), cioè qualcosa che cambia la situazione, poi ci sono le peripezie del protagonista (ed ecco che s'introduce il tema del coraggio, la voglia di cercare una soluzione, una strategia e il messaggio di non abbattersi, di affrontare la situazione anche con l'aiuto di un po' di ottimismo e di evitare la scappatoia) con momenti di suspense e paura (ed ecco che il bambino puo' ritrovare i suoi timori) e, finalmente, il ripristino dell'equilibrio. E poi ci sono l'eroe (il protagonista) e l'antieroe (ahimè spesso è il lupo....). Tutto questo, fateci caso, vale per tutte le fiabe!!!!
Ma la possibilità di "imparare" tutte queste cose dipende solo dal MEDIATORE (cioè da chi legge) che quando decide che è il momento di leggere NON deve essere stanco, ma predisposto alla pazienza e all'ascolto ( i bambini interrompono................).
Il lettore può decidere che quel pomeriggio (sera, mattina, notte.....) farà osservare per esempio, le parole "difficili" che ci sono nella fiaba e cercherà di spiegarle, oppure si soffermerà solo sui modi di dire, o sui sentimenti e/o gli stati d'animo dei personaggi (osservando le immagini oppure facendo notare che per dire "paura" si possono utilizzare anche altre parole); per bambini più piccoli può essere utile evidenziare i colori, l'orientamento spaziale (prima era triste, dopo...), il tempo - sia cronologico che metereologico - , le quantità (per es. quante mele cappuccetto porterà alla nonna? quanto è grande il mostro della storia? quanto è piccino Pollicino? tutto questo può essere fatto in relazione al bambino stesso). Infine si può decidere di far osservare le caratteristiche dei personaggi, negative o positive e quali sono i comportamenti socialmente utili e che fine fanno i personaggi "cattivi".

Mi fermo qui, giuro!
Aggiungo solo un paio (o forse tre..) cosucce:
- il bambino (e non solo) non impara per se stesso ma per qualcuno (se non ce ne frega niente di fare da mediatore chi ascolta capisce...........).
- teatralizzare un po' (non è necessario fare prima un corso di teatro...) con gesti e modulazione della voce.
- e, se proprio teatralizzare non ci va, far disegnare ai bambini o fargli riproporre la storia con marionette o altri giochi.

Infine, ma proprio infine, se un bambino non è nel momento di ascoltare, lasciare perdere e rinviare ad un altro momento, cercando l'atmosfera più adatta.

5 commenti:

  1. sono stati consigliati dei testi?

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  2. Si grazie, consigliaci qualche lettura !!

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  3. Grazie!!!

    Sicuramente preparo un altro post con le indicazioni sulle letture.

    A prestissimo

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  4. Sono venuta a leggermi questo tuo post dopo aver visto il tuo commento da Michela. E' molto interessante e mi piacerebbe saperne di più. Sul valore ed il significato e i modi di leggerle ai bambini, non so se conosci "Il mondo incantato" di Bruno Bettelheim. E' un po' lungo e in alcuni casi ripetitivo, però molto illuminante su alcuni aspetti delle fiabe.

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  5. Ciao Alessandra, ma sai che questo post mi ricordo di averlo già letto parecchio tempo fa? Non avevo aperto il mio blog (e non immaginavo l'avrei fatto) ma lo ricordo perfettamente, anche se non ricordavo di averlo letto qui. Grazie è davvero molto interessante quello che hai scritto, conosco poco il metodo Feuerstein, vale la pena approfondirne la conoscenza. Michela

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