domenica 30 ottobre 2011

bambini con gli occhi grandi


La definizione non è mia. L'ho trovata viaggiando in rete, è di Mammainverde (http://mammainverde.blogspot.com/search/label/Due), la usa per definire il suo secondo bambino e la stessa definizione l'ha ripresa Stima (http://stimadidanno.blogspot.com/2011/05/banale-strategia-per-aiutare-i-bambini.html).

Nel frattempo avevo appena interrotto "L'avventura indaco cristallo" (lettura troppo "alta",  in questo momento preferisco una bella risata.....), un libro dove si parla di bambini con doni particolari - bambini Indaco e bambini Cristallo appunto - che, se aiutati a incanalare la loro creatività, riescono a risolvere alcuni dei problemi che spesso manifestano: disturbi fisici, relazionali e del comportamento.

Ho collegato la definizione e il libro perchè, in fondo, trattano la stessa "materia": bimbi riflessivi, a volte timidi, che hanno bisogno di studiare bene la situazione prima di lanciarsi nel mondo. Aggiungerei bambini sensibili, che osservano e sono refrattari al caos.
Le mie belvette sono così ma personalmente non li ritengo ne' migliori ne' peggiori di altri e soprattutto non mi sembrano ne' tristi, ne' infelici !! 


Mi accorgo, però, che il pensiero comune ritiene i bambini svegli, vivaci e intraprendenti come bambini con "una marcia in più", perchè? non bastano le marce che abbiamo per affrontare la vita?.

Sembra confuso questo post ma veramente mi è difficile capire perchè si chiede a questi bambini di essere sempre all'altezza di tutto quello che gli si propone: svelti a scuola, abili nello sport, capaci di socializzare.

Forse noi adulti non vogliamo fare la fatica di "educare", nel senso letterale del termine: da educĕre cioè "trarre fuori", "tirar fuori" o "tirar fuori ciò che sta dentro", "portare fuori, portare alla luce". Certo è faticoso dover sempre ascoltare, incoraggiare, apprezzare o aiutare ma è quello che ci è chiesto e penso sia anche stimolante! Il post di Stima è un chiaro esempio di una mamma che, con un po' di fatica, aiuta la sua bambina a giocare con gli altri.
Sarà tanto difficile?

5 commenti:

  1. Ciao Alessandra, grazie di avermi segnalato questo post. Il mio post a cui ti riferisci è uno dei temi su cui rifletto come mamma ma anche come persona, io evidentemente sono stata una BDOG e ne sperimento ancora i limiti ma anche le potenzialità. Hai pescato proprio le righe per cui penso che sia valsa la pena aprire il non.blog. Grazie, in qualche modo ne hai colto l'essenza e per me questa cosa è emozionante.

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  2. Ho letto e riletto il tuo post e mi ha emozionato, sono contenta di aver colto il senso delle tue parole!

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  3. Non ti ho ancora ringraziato per questo bellissimo post. Io li chiamo anche bambini di cristallo, splendenti ma fragili.

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  4. grazie! intanto che faccio pace con me-BDOG vado a caccia di quei gessetti.. ;)

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    1. Ciao mrs Hyde, sì i gessetti sono utili. Possono aiutare a socializzare, però fai attenzione a scegliere bene i giardinetti o cortili dove applicare questo esperimento. Altrimenti rischi gli sguardi incerti delle altre madri o nonne e resti etichettata per sempre!
      Scegliere i giardinetti giusti è un'attività mooolto complessa.

      a presto!

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