sabato 20 maggio 2017

Vado per mare, vado per terra. P.L. Travers - BUR Ragazzi. Traduzione di Marta Barone.


Pamela Lyndon Travers, autrice di questo libro, è nota ai più per aver immaginato e messo su carta il personaggio di Mary Poppins. Il suo nome all'anagrafe era Helen Lyndon Goff e non era nata in Inghilterra, come raccontava, bensì in Australia in una famiglia con un destino difficile: il padre, idealista e sognatore costretto a lavorare in banca, fini per diventare un alcolizzato e morì presto, lasciando la moglie sola con tre bambine. La vita di Helen e delle sorelle fu rimessa in sesto da una prozia da cui si trasferirono a Londra.

La Travers/Goff è ricordata come una donna capricciosa, dura, ostica, con scelte di vita forse discutibili eppure in tutti i suoi lavori è riuscita a sublimare e rimuovere il passato con una fantasia invidiabile.

Il romanzo, come tutti sanno, fu portato sullo schermo da  Walt Disney ma la Travers fece molta resistenza alla cessione dei diritti per la realizzazione del film che, di fatto, non rispecchiava ne' il suo vissuto - la spinta per la stesura del romanzo  - ne' il modo in cui aveva tratteggiato Mary Poppins.
Nel romanzo la nanny è più severa, talvolta dura, lascia spazio all'immaginazione di Jane e Michael, i due bambini affidati alle sue cure, per poi li riportarli alla realtà, eppure è un riferimento forte e fondamentale nella crescita dei due bambini che l'amano moltissimo. Questo è decisamente un punto in comune tra il film e il romanzo.


"Vado per mare, vado per terra", da poco edito in Italia da BUR Ragazzi, è un bellissimo e godibile romanzo della Travers. Un romanzo che dimostra ancora una volta la capacità dell'autrice di estraniarsi e andare oltre esperienze e prove di vita difficili. Costretta dal secondo conflitto mondiale a sfollare in Canada con il figlio adottivo Camillus, viaggiò su un piroscafo con 300 tra bambini e adolescenti.
I personaggi nel diario di Sabrina e le esperienze raccontate sono autentici. E' una testimonianza personale e alcuni nomi per forza sono stati cambiati. Inoltre, considerate le presenti condizioni in Gran Bretagna, è sembrato più saggio eliminare date specifiche e e ogni menzione dei porti di approdo,e nascondere lo pseudonimo di Thornfield la vera identità del paese da cui questo viaggio è cominciato.
La premessa al romanzo in parte anticipa la storia - Sabrina è la bambina protagonista e Thornfield è la dimora da cui Sabrina e il fratello James partono per sfuggire ai bombardamenti  - e soprattutto ci offre la fotografia di quel momento storico: la guerra, la fuga, la necessità di nascondersi per timore di ritorsione.

Sabrina decide di tenere un diario lungo tutto il viaggio in nave e durante i primi mesi di ospitalità dai parenti americani, che ad un certo punto interrompe
Ho canticchiato a bocca chiusa mentre scrivevo. e adesso ho quasi finito e non scriverò più il diario, ma accetterò quello che viene e cercherò di non pensarci tutte le notti.
Ottimo escamotage per chiudere il romanzo, proprio perché estremamente legato alla realtà l'autrice sospende il finale, ancora non sa se e come finirà la guerra.

Con grande leggerezza la Travers riesce a dare voce all'incertezza del periodo storico che costringe i genitori ad allontanare i bambini per salvarli  e alla paura stessa dei due bambini, lontani chilometri dalle abitudini e dagli affetti senza la certezza di rivederli. La scelta del diario consente un dialogo in prima persona attraverso lo sguardo di una bambina di undici anni e tre mesi, come la stessa precisa.
Sabrina spiega: Ora comincerò a scrivere un diario perché andremo in America per colpa della guerra. [....] . Ci scriverò tutto perché può darsi che saremo tanto cresciuti quando torniamo che non ricorderò niente se non lo faccio..

Con termini semplici e osservazioni argute, Sabrina ci accompagna lungo il loro viaggio sull'Oceano, per mare appunto e poi in America, per terra. Tanta tenera ingenuità, simpatia e malinconia. La preoccupazione per il fratello che vuole fare lo spavaldo ma lei scorge la sua grande paura, il desiderio di rassicurare gli adulti e far credere di aver voglia di andare in America. Uno sguardo che tenta con tutte le forze di trovare la bellezza ovunque e sfuggire al silenzio con le parole. Perché il silenzio fa tornare il pensiero a casa.

L'autrice si nasconde tra le pieghe del romanzo -  riesce a far sembrare reale questa bambina, non le toglie la parola, non si sovrappone - però nel regalarci personaggi incredibili, originali, estrosi, un po' pazzerelli, si manifesta la sua ironia. Il fil rouge che lega Vado per mare, vado per terra a Mary Poppins ed altri lavori della Travers  - come
Zia Sass.
Pel, l'amica di famiglia che accompagna i bambini in America è un concentrato di vitalità e sventatezza, zia Porter che ha i piedi sottili e graziosi e ci cammina come se avessero le molle e vecchie signore come macchiette che chiedono comfort e servizi in cabina o insistono per essere portate a riva.

Molto ricorda l'attualità, anche se James e Sabrina non si sentono profughi,
In ogni caso, noi non possiamo essere profughi. I profughi [...] hanno uno scialle addosso e mangiano zuppe nelle mense dei poveri e non hanno una casa.

Assolutamente consigliato per bambini già in grado di leggere in autonomia, la scrittura è chiara, gli spazi tra le righe ampi e il carattere abbastanza grande da non stancare anche il lettore più pigro. Non da meno vale anche una lettura adulta, forse si sorride un po' meno ma mica poi tanto.






Nessun commento:

Posta un commento

la moderazione dei commenti l'ho aggiunta per evitare i numerosi messaggi di spam e per avere il piacere di leggere subito i vostri commenti via mail!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...