venerdì 1 settembre 2017

Un nuovo orizzonte - Rebecca Young/Matt Ottley. Terredimezzo editore


Alla ricerca di letture poetiche.
Di quelle classiche in rima, qualsiasi rima: baciata, alternata o l'incatenata dantesca. Purché mi consentisse di ricominciare a prendere confidenza con la produzione in rima che, niente, per me è ostica, non ho senso critico: non distinguo un lavoro eccellente da un tentativo mal riuscito. Si trattava di rimettersi a studiare.

E ho finito per imbattermi in un albo. Non ha rime. L'autore non è un poeta. Eppure appena l'ho sfogliato, l'ho letto come se leggessi una poesia.



Un nuovo orizzonte è di Rebecca Young e Matt Ottley (tradotto da Sara Ragusa) ed è uscito nel novembre scorso per Terre di Mezzo, una casa editrice spesso sinonimo di successo e alta qualità.

Un ragazzo, una tazza, una barca e l'orizzonte, questi gli elementi che ci accompagnano lungo tutta la lettura.
Un tempo, un ragazzo fu costretto a lasciare la propria casa e a cercarne una nuova.
Nello zaino mise un libro, una bottiglia e una coperta.
Nella sua tazza da tè, la terra del prato dov'era solito giocare
Un viaggio, certamente, forse la fuga da un paese per paura o necessità, forse solo la metafora della crescita, il viaggio verso l'età adulta. In ogni caso il ragazzo sta lasciando luoghi conosciuti, strade già battute, che non fanno paura.
Un nuovo orizzonte l'aspetta ma raggiungerlo potrebbe essere talvolta tranquillo
C'erano giorni splendenti, su un mare bianco e infinito
in altri momenti burrascoso
e giorni così scuri da far bramare al ragazzo il ritorno delle stelle.
Il mare - da sempre un duplice simbolo: vita e fecondità come paura e ignoto, può essere grosso  e sfacciato oppure cullare con le onde dolci.



L'orizzonte tarda a farsi vedere e dell'agognata terraferma, punto di arrivo, non c'è traccia. La malinconia affiora insieme ai ricordi, l'albero preferito, gli aquiloni che volavano a casa sua, la madre che lo chiamava perché era pronto il tè. 
I ricordi rassicurano ma rischiano di farci desistere, meglio rinunciare alla ricerca, al cambiamento e tornare sui propri passi.


E' la manciata di terra, quella nella tazza che accompagna il giovane protagonista, la terra del suo Paese, a dargli la spinta emotiva e la forza per proseguire: improvvisamente germoglia, gli regala frutti, riparo e angolini accoglienti per sognare ad occhi aperti.


Le nostre radici ci sostengono, ci danno coraggio e finalmente il puntino all'orizzonte e la ragazza con il portauovo rotto.

La vita può ricominciare, i desideri riaffiorare, si costruisce e si aspetta.

L'albo è magistralmente illustrato da Matt Ottley con tavole a olio, delicatamente declinate nei toni del grigio nelle prime pagine per poi
aggiungere colori più vivi.

Concludo, questo albo si colloca decisamente a metà strada tra un silent book e una poesia, due alte forme culturali, le sole in grado di offrire alla mente concentrazione e pensiero, ovvero vedere scorrere la storia, comprenderla e farla propria.

Per la poesia la mia ricerca è solo all'inizio ma può ritenersi già soddisfatta!

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