La casa editrice il Mulino - compiuti i sessant'anni di attività - ha pubblicato Parole Controtempo nella collana VOCI : una serie - al momento quattro - di brevi saggi su argomenti di attualità.
PAZIENZA di Gabriella Caramore
SILENZIO di Mario Brunello
FRUGALITA' di Legrenzi Mario
PERSEVERANZA di Salvatore Natoli.
Io, per cominciare, ho preso proprio quest'ultimo. Per caso o forse perchè non sento più da molto usare questo termine. Come si puo' perseverare quando i ritmi di vita e i cambiamenti repentini ci travolgono? Chi ritiene di dover perseverare se le parole correnti sono flessibilità, innovazione?
Il vocabolario dell'enciclopedia Treccani afferma:
perseveranza – Costanza e fermezza nel perseguire i proprî scopi o nel tener fede ai proprî propositi, nel proseguire sulla via intrapresa o nella condotta scelta: mostrare p. nel bene, nel male, nell’errore, nelle promesse fatte; studiare, lavorare, lottare con p.; seguire con p. una cura, una dieta, le prescrizioni mediche. In partic., nella teologia morale cattolica, virtù che impegna l’uomo a lottare per il conseguimento del bene senza soccombere agli ostacoli e senza farsi vincere dalla stanchezza e dallo sconforto.
Termine datato?
Comunque sia, questo testo di Salvatore Natoli lo riabilita. Anzi ritiene che - proprio in questi tempi - sia importante recuperarne il senso. Perseverare come una virtu'.
Un modo di essere virtuosi che non spinge a reprimere il desiderio ma a modularlo, evitando di cadere in sua balia. In altre parole, poter desiderare senza essere spinti dal bisogno indotto dalla società. Scrive Natoli "è tornato il tempo di riappropriarsi di noi stessi, di divenire di nuovo soggetti competenti del nostro desiderio".
La crisi economica non porta solo a un minor dispendio di denaro ma ad una rivalutazione dei propri bisogni, quelli necessari per farci stare bene, non per rispondere ad asservimento di massa.
Perseverare deriva dal greco proskarteresis, quindi perseveranza, costanza, impegno. Termini ricorrenti in tempi di difficoltà anche se perseverare non vuol assolutamente essere sinonimo di sopportare piuttosto saper pazientare e essere assidui nel tentativo di raggiungere il traguardo/obiettivo, anche a distanza di tempo.
Raggiungere un obiettivo crea piacere e il piacere rilassa e rilancia l'azione:
i piaceri instaurano una condizione d'agio e procurano quell'intima soddisfazione che permette di analizzare i fatti senza risentimenti........uno stato di equilibrio che aiuta ad affrontare con maggiore serenità i problemi. La pratica dei piaceri fa stare meglio. Fa dimenticare e, se pure per breve momento, reca consolazione.
Perseverare nel raggiungimento dei piaceri puo' portate ad assuefazione e diventa vizio. Vigilare è la risposta.
Il testo precisa anche l'attenzione ai propri limiti ovvero domandarsi sempre se gli obiettivi prefissati sono alla nostra portata e quindi essere in grado di riadattarli o.....rinunciarvi.
Infine Natoli si confronta con il vizio antagonista del perseverare: l'accidia.
Non approfondisco ma mi limito a riportare due brani interessanti
ogni giorno ha la sua pena, ma la fatica degli uomini trova senso nella vita stessa; e tale senso lo si trova se si ha attenzione al quotidiano, se si valorizza il presente, se si diviene capaci di catturare in ogni momento la sua vita. Questo esige perseveranza.
Per uscire dalla noia è necessario far leva sul bisogno immanente di felicità insito in ogni essere vivente e che coincide, poi, con la vita stessa
Un breve saggio, una lettura scorrevole per riacquistare speranza.
Note sull'autore:
Salvatore Natoli (1942-) è professore ordinario di filosofia teoretica presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca. Numerose le opere pubblicate. https://www.facebook.com/natolifilosofo.
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