giovedì 29 giugno 2017

App per bambini. Anche sì!


Il mese scorso ho seguito un incontro a cura di Francesca Tamberlani, titolare di Milkbook.
L'evento  -  promosso da Perego Libri  - trattava principalmente di app per bambini:
"Leggo e gioco con te - Libri e App per la prima infanzia".
Due i motivi per esserci assolutamente: l'occasione di incontrare Francesca, con cui collaboro da un po' e incontrarci dal vivo poteva essere la giusta occasione di suggellare un ottimo rapporto! e approfondire un tema a me ostico: web e app a portata di bambini.

In molti sono incuriositi e portano avanti le teorie dei nativi digitali - i famosi 3.0, ovvero i bambini bambini digitali, l'ultima generazione, quella in grado di maneggiare smartphone e tablet più di quanto sappiano allacciarsi un paio di scarpe o arrampicarsi su un albero: scelgono e aprono applicazioni, fanno scroll con il minimo intervento da parte dell'adulto, destreggiandosi quasi con maggior disinvoltura dei genitori, che si stupiscono favorevolmente, forse non realmente consapevoli dalla semplicità d'uso di questi strumenti, davvero estremamente intuitivi e immediati.
nati già con computer e videogame a disposizione - seguiti dai
Pur non dando eccessivo peso a queste teorie, di fatto non è più possibile ignorare la curiosità che i contenuti digitali destano nei bambini.

La proposta è ampia, di app ne vengono prodotte in continuazione, spesso sono gratuite e, com'è ovvio, appetibili; ma la scelta va mediata, esattamente come si forma il gusto letterario di un bambino per poi lasciarlo vagare in autonomia tra gli scaffali, sapendolo forte del bagaglio culturale.

Nell'incontro sono emersi tanti aspetti, dal pericolo alla modalità di co-fruizione con l'adulto.

Oltre ad un uso monitorato di tablet&co -  sembra assurdo doverlo rimarcare ma il rischio è ancora l'eccessiva esposizione - è necessario non ritenere il digitale uno strumento riempitivo o distraente nei momenti in cui il bambino può annoiarsi. Inoltre, è meglio abituare il bambino a chiedere sempre il permesso di accedervi, perché resti chiaro si tratti di una parentesi, un momento da alternarsi a giochi manuali e con i coetanei.
L'adulto, almeno in un primo momento, dovrebbe condividere l'applicazione: guardarla insieme, commentarla e, se possibile, poi proporre un gioco manuale pertinente. Se l'applicazione gioca con i colori, ad esempio, la medesima cosa si potrà realizzare con tempere o pasta da modellare.
Un escamotage semplice per evitare l'accesso passivo e stimolare la conoscenza dei linguaggi multimediali.

Questo è esattamente educare al digitale, attraverso un'esperienza attiva.

Il concetto di base resta: sei un bambino/ragazzino in grado di utilizzare perfettamente questi strumenti, io - adulto - ti oriento per il meglio.

Francesca ha fornito anche un paio di indicazioni per orientarsi, innanzitutto diffidare di app rivolte ad un range d'età troppo ampio (2-10 anni/ 3 -12 anni), è chiaro quanto siano diversi gli stimoli e le necessità di un bambino di 3 anni rispetto ad un preadolescente, e poi tenere presente la dicotomia tra gratuità e qualità: dietro ad una buona app devono lavorare più figure professionali. L'illustratore, lo sviluppatore, l'esperto di effetti sonori e musiche significano costi di produzione.Significano anche un'estetica bella, contenuti chiari e semplicità nell'uso.


Tra le numerose app consigliate e testate in diretta, senza dubbio un primo posto va alla casa editrice Minibombo, nata nel 2013 con già all'attivo quasi 30 pubblicazioni, di cui due premiate (Forme in gioco, Bologna Ragazzi Digital Award 2015 e Il Libro Bianco, Premio Andersen 2014). Il catalogo offre prodotti che coniugano un format semplice a contenuti di pregio.

Lo studio editoriale milanese Elastico da 10 anni ha scelto di unire vecchie storie a nuove tecnologie, date uno sguardo a Il viaggio di Ulisse e sarà evidente la cura il rispetto con cui guardano al fruitore: animazioni e illustrazioni originali, musiche composte ad hoc rendono Ulisse - così come Pinocchio, ancora più appetibili.

Non potevano mancare in questa carrellata due albi must have tradotti in eccellenti app: Un libro di Herve Tullet e Il gruffalò.
Franco Cosimo Panini Editori ha affiancato un'app che esalta le tanto apprezzate (dai bambini!) caratteristiche del libro. Qui il trailer.

Mentre il celeberrimo Gruffalò di Julia Donaldson, ritorna in versione puramente gioco, divertente per gli amanti del famoso mostro, un invito a sfogliare l'albo per tutti gli altri.



Interessante l'esperimento di bricolage tra carta e app di Julie Stephen Chheng, già autrice di libri manipolabili (ma di questo scriverò un'altra volta) si è cimentata in Les aventures du petit train postal (Le avventure del piccolo treno postale), Si parte da una scatola che contiene 25 ritagli colorati e sagomati, delle graffette e alcune buste e naturalmente si scarica l'applicazione. Composto il proprio paesaggio con i materiali, si fotografa e...sullo schermo compare la scena animata che si può stamare e spedire. La combinazione piace a tutti. Nato da un crowdfunding, al momento è di difficile reperibilità, non resta che tenere d'occhio questa giovane autrice.


Da proporre ai più grandicelli sicuramente merita la bookapp I segreti di Romeo e Giulietta, un'efficace trasposizione digitale della famosa tragedia di William Shakespeare, presentata da Piuma edizioni;  anche in questo caso un lavoro serio e accurato. Un'interazione tra musiche e testo che non richiede una fruizione veloce e superficiale ma attenzione ad ogni singola videata.






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