"A te interessa quell'album e preferisci stare davanti alla Tv piuttosto che lavorare la creta come stiamo facendo adesso?" chiedo io. "Non mi interessa l'album e mi piace giocare così. Però a scuola hanno le "cose della TV".
E' venuto il momento del confronto, peraltro già cominciato l'anno scorso con l'inizio delle scuole elementari, e credo sia necessario approfondire, capire il livello del disagio (se vero disagio c'è) e aiutare ad apprezzare le proprie qualità e i prorio interessi. Il passaggio successivo dovrà essere quello di insegnare a condividere il suo mondo con gli amici così come loro lo inondano di messaggi che sembrano non interessarlo.
L'anno scorso - con sorpresa - abbiamo trovato una classe di prima elementare abituata a PS,Wii e messaggi televisivi. L'altra sorpresa - che ancora fatico a "elaborare" - è l'avvallo delle insegnanti: mi hanno fatto notare che mio figlio era "fuori" perchè non aveva strumenti di dialogo e mi hanno chiesto che interessi avesse il bambino. Evidentemente ho dovuto rispondere (anche se la domanda mi sembrava sciocca) che facevamo molte cose con i bambini ma non usavamo lo strumento Tv e i suoi annessi. Nello specifico ho spiegato - da brava scolaretta - che hanno a disposizione colori, fogli e pennelli per disegnare, vediamo spettacoli teatrali (non il Faust, s'intende), "usiamo" la biblioteca e "sfruttiamo" tutte le iniziative lì proposte e poi giocano, giocano, giocano.
E il calcio? no, non sono interessati al calcio, fanno nuoto e psicomotricità. Ogni tanto partecipano al closlieu. E' grave?. "Si, queste sono cose da bambini più grandi". Non conoscevo esistesse una scaletta cronologica.
Pare fosse grave. Non dal mio punto di vista. Infatti ha regolarmente socializzato. "Gioca con tutti e in palestra è uno dei più richiesti". Questa affermazione è di qualche mese dopo.
Ho sfruttato la mia esperienza come punto di partenza perchè ho l'impressione che l'omologazione non sia solo un processo culturale che una persona adotta per uniformarsi ai più e non sentirsi escluso ma una formale richiesta delle istituzioni (tutte, politica inclusa).
Io continuo a aiutare i miei bambini ad accettarsi come sono e faccio come sono capace: leggendo.
Per questo Venerdì del libro ho scelto proprio uno dei libri per abituarsi a dire "sono come sono. Punto."
In questo bel libro illustrato tutti gli animali vanno in cerca di un amico ma ciascuno vorrebbe essere un po' l'altro: il leone vorrebbe le spine del riccio, il riccio vorrebbe il becco del tucano, il tucano vorrebbe essere come il camaleonte, la cicogna la criniera del leone............ma, pensandoci bene (e per il lettore, grazie ai ritagli nelle pagine è chiaro come diventerebbero alla fine gli animali se, per assurdo, diventassero come desiderano) si trovano ridicoli e tutto finisce con una bella risata.
I testi e le illustrazioni sono di Marcus Pfister, autore delle edizioni Nord-Sud, casa editrice svizzera fondata cinquant'anni fa con il motto Multum non Multa (qualità non quantità) e con il desiderio di ricercare nuovi talenti e artisti. Nonostante i libri della Nord Sud siano ormai diffusi e tradotti in numerose lingue (si legge sul loro sito che sono tradotti anche in provenzale, ebraico, greco, cinese, islandese, corso, irlandese, gallese, zulu, mande, lappone e diversi dialetti svedesi), qualsiasi loro testo vi capiti tra le mani - soprattutto quelli "datati" - vi colpirà per qualcosa: testi curati o immagini molto particolari.
Marcus Pfister illustra da anni per la Nord-Sud ed è specializzato nell'inventare personaggi/animali. Ha creato inizialmente il Gufo addormentato, ormai introvabile (nella mia biblioteca 20 pagine del catalogo sono dedicate a questo autore ma del gufo nulla!) e i più famosi Pinguino Pit e Coniglietto Fiocco.
Il personaggio più fortunato è stato indubbiamente il Pesciolino Arcobaleno (alcuni testi di questa serie sono stati tradotti in italiano da Isabella Bossi Fedrigotti) ed è curioso come sia "nato" il pesciolino: all'autore era stato chiesto di prendere spunto dal suo gufo per inventare un altro animale, non trovava l'ispirazione ed era quasi tentato di rinunciare al progetto quando.....
"... when one day by chance, “The Sleepy Owl” was lying next to my desk. That was it! The typical, stylised bird feathers became scales and the colorful owl became a colorful fish. In the end this was the only thing that these two books had in common - at this moment, the “Rainbow Fish” was born. "
ecco l'ispirazione! |
ed ecco il libro! |
c'è scritto "Il pesce è stanco di stare sott'acqua e sogna anche lui. Sogna di essere una lucertola per poter stare ore e ore sopra un sasso al sole" |
Interessantissimo, grazie!
RispondiEliminaSono fan di Munari, amiamo anche il pesciolino arcobaleno, e apprezzo sempre i libri di questo editore, direi che hai sfondato una porta aperta :)
ciao!
Accidenti Alessandra, sono senza parole.
RispondiEliminaGrazie per questa intro personale.
Uno dei motivi per cui da me la tag "differenze" è tra le più popolate è che noi siamo diversi in tante cose, e tra le tante ad oggi facciamo homeschooling (forse dovrei dire Un-schooling, ma ancora non accetto che la gente pensi che la materna sia una scuola dell'obbligo "se no poi come socializzano?" :-O )e NON abbiamo la TV e poi la lista continua...
Mia madre mi dice da un po' che questo sarà un problema per la piccola eSSe quando andrà a scuola (lei è una ex insegnante) e mi ha esattamenta detto che "non avrà temi di dialogo" ma io tengo duro, la penso come te. Però non nego che mi spaventi e un po' cerco di aggirarlo questo pericolo potenziale (che già si riscontra ai giardinetti, un crocchio di bimbi con cui lei in genere gioca era intento ad attaccare proprio quelle figurine che anche noi abbiamo perchè a volte facciamo la spesa lì ma restano meno affascinanti dei Puffi di cui siamo andati al cinema a vedere un film) e seleziono alcuni cartoni e film da somministare con buon senso e leggiamo i libri da cui sono tratti i soggetti più popolari (nota a margine: lo sai che tra tutti i miei VdL quello che ha avuto più successo è sui librini inglesi di Peppa Pig?).
Anche la mia bimba è tra le più socievoli, sinceramente non capisco questo approccio di alcuni insegnanti (e sono sicura che non sono tutte) verso l'omologazione è anche un pericoloso indirizzo verso un appiattimento culturale e un rifiuto ad ampio raggio del diverso, una perdita di ricchezza e occasioni di confronto.
Mah...
Grazie del commento da me.
ciao
Chiuderei proprio con un Mah!, altro non so aggiungere.
EliminaeSSe non penso proprio avra' problemi di dialogo, i bambini trovano un modo per comunicare e lo fanno attraverso il gioco (La belvetta pare sia riuscita a farsi 'spazio' a scuola giocando in palestra), siamo noi adulti ad avere la responsabilita' di proporre altro, tutto il bello che c'e'.
a proposito di proporre, le fatidiche figurine ci sono state regalate e l'interesse finisce gia' dopo averle scartate.
invece questa Peppa continua a tornare, devo procurarmela!
Bel post il tuo cara Alessandra, e non facile da commentare. Purtroppo il problema dell'omologazione lo viviamo pure noi molto da vicino. Tommaso ha dieci anni, e da un paio d'anni circa, percepiamo alcune difficoltà. Il confronto con i coetanei, il cui giudizio a partire da una certa età diventa importantissimo, è inevitabile. I bambini a partire dall'età scolare sono mossi da un fortissimo bisogno di appartenenza al gruppo ed accettazione da parte dello stesso, che ahimè passa anche attraverso l'omologazione, perciò credo si tratti di una fase inevitabile ma necessaria, perchè propedeutica alla crescita, almeno finchè i bambini, (ci vorranno anni) non svilupperanno la maturità necessaria per sentirsi più sicuri di sè stessi e del loro valore, a prescindere dai gusti ed interessi.
RispondiEliminaIo ho cercato di rimanere fedele ai miei principi, ma concedendo a mio figlio fiducia, e maggiore "libertà di manovra", soprattutto quando si trova tra gli altri e fuori dalle mura domestiche. Qualche compromesso lo dobbiamo accettare, anche perchè credo che proibire tutto ora, significhi posticipare ed ingigantire un problema che esploderà con violenza alle soglie dell'adolescenza. Non è semplice, e ci vuole una buona dose di equilibrismo, infatti a questa età tutte le decisioni sono frutto di negoziazioni e discussioni, intese come dialogo, a volte piuttosto acceso,e credo, questa sia il percorso giusto.
Per tutto il resto penso che la strada della lettura offra come sempre un canale privilegiato per entrare in comunicazione profonda con i nostri figli, e, l'intimità che ne deriva, crea quella complicità che spesso, a quest'età in alcuni frangenti finisce per affievolirsi, e le tue proposte mi sembrano particolarmente pertinenti.
Un caro saluto,
Michela
Si tratta di una questione delicatissima, come diceva Michela, che mette in gioco tanti fattori diversi. Da insegnante non posso che rattristarmi (ma non stupirmi) da un lato sulle parole delle tue maestre (anche se dall'altro, proprio da insegnante, posso dire che sicuramente la scuola è un posto molto bello dove venire a contatto con moltissimo 'altro-da-sé', ed è quindi un momento essenziale per mettere nel mondo tutto il bagaglio culturale ed emotivo con cui i bimbi sono cresciuti dentro lo spazio familiare). Io credo che, ancora come dice Michela, che pian piano poi qualche compromesso vada accettato, non per abbassare l'asticella, ma perché il nostro percorso culturale, educativo, emotivo, affettivo di adulti non può essere tramandato alle giovani generazioni, ai nostri figli, ma da loro riscelto liberamente e in autonomia con gli strumenti che abbiamo loro dato.
RispondiEliminaMa se avremo dato loro appunto una serie di strumenti, saremo sicuri che potranno fare scelte autonome e serene (e parlo per esperienza personale, perché è quello che è successo a me).
Detto questo, e parlando dei libri, sono davvero molto belli. Entrambi (d'altra parte, da due assi come costoro, che ci si poteva aspettare?!)
Cara Alessandra, leggendoti intravedo il nostro futuro.
RispondiEliminaAnche noi abbiamo scelto di non avere la tv e di ridurre al minimo minimo l'acquisto di prodotti con loghi o personaggi.
Mi segno questi libri, grazie.
che dire? io preferisco così anche se, forse, è più impegnativo: devi sempre trovare alternative.
EliminaHo apprezzato che mio figlio abbia esternato questa "differenza", diciamo che non mi aspettavo di incontrare famiglie e bambini così già assorbiti da cose inutili. Come faranno, in futuro, ad apprezzare altro?
ripeto quanto detto dalle altre: bello, bello, bello questo post, anche se le risposte delle maestre meriterebbero un blog a parte! Inoltre mi sono innamorata dell'introvabile gufo addormentato! - graziana
RispondiEliminaGraziana, fammi sapere se trovi il gufo!
EliminaQuanto alle insegnanti, ammetto che non sia un buon momento tra tagli e famiglie alle rpese con la quotidianità ma lo sforzo (e la fatica) di non appiattire deve essere fatto, sempre, a casa come a scuola.
Bellissime le tue segnalazioni, non sapevo della nascita di Arcobaleno (che adoriamo anche noi) da un gufo! Munari è straordianrio, non ha bisogno di altre parole...buon week-end
RispondiEliminaAlle volte mi diverto a "scoprire" il lavoro degli illustratori. La nascita di Arcobaleno me lo ha resopiù simpatico!
EliminaUna delle cose più difficili da spiegare ai bambini trovo sia proprio la differenza tra copiare qualcuno per adattarsi alla massa oppure emulare qualcuno perchè stimi il suo comportamento e vuoi migliorarti o imparare qualcosa... una delle cose su cui insisto maggiormente è "ragiona con la tua testa!".
RispondiEliminaI libri da te segnalati sono tutti bellissimi!
Insegnare a ragionare con la propria testa è un lavoro che non finisce mai! Ascoltare, ascoltare e condividere può essere una soluzione, certo un compromesso tra quello che un bambino è e quello che va per la maggiore, talvolta è inevitabile.
EliminaI bambini sono comunque bambini e come tali hanno sempre bisogno della nostra approvazione e condivisione di esperienze. Quando raccontano del PS o della WII o di qualsiasi altra cosa io comunque li ascolto e mi faccio spiegare, finisce lì e loro si sentono appagati. Do, però, molto più spazio alla lettura di un buon libro o all'elogio di un lavoro fatto in casa da soli o con i genitori. Questo invoglia gli altri compagni a portare altri libri o altri lavoretti che sottraggono tempo alla TV. Riguardo le maestre....mah....vorrei parzialmente assolverle: noi non siamo in classe con i figli e non vediamo, forse il tuo bambino veramente non riesce a trovare come inserirsi nei discorsi e nei giochi degl'altri, allora fagli portare in classe qualcosa di speciale che attiri l'attenzione e il desiderio di emulazione. Insegnagli soprattutto ad essere convinto delle sue scelte e a sapersela cavare da solo. (prolissa? difetto di maestra!).Ciao ciao, interessante il tuo blog!!!
RispondiEliminaAh Anna Marina, mi piacerebbe tu fossi la maestra dei miei bambini!
EliminaNon sei affatto prolissa e fai quello che è giusto fare: ascoltare e osservare.
Guarda la difficoltà della belvettanumerouno di condividere i suoi interessi con i compagni dopo un mesetto era già rientrata. E' per questo che io fatico ad assolvere, certi "compiti" richiedono delle particolari qualità : ritengo che un'insegnante deve saper ascoltare e aiutare e non pensare a concludere i programmi ministeriale entro i giusti termini. Troppo facile!
Credo che anche i miei bimbi siano "fuori"... ora che mi ci fai pensare! Se posso permettermi, l'omologazione cui facevano riferimento le insegnanti che citi non mi sembra sia proprio quella giusta! Io giusto la scorsa settimana mi sono trovata davanti ad una scena che mi ha fatto riflettere: la mia bimba, prima elementare, è andata con la sua classe ed il resto della scuola, alla sua prima gita. A vedere i delfini: eccitata, emozionata, felicissima di fare questa esperienza. Ebbene, quando l'ho accompagnata ho visto il papà di un compagno di classe di mia figlia (sei anni!) che gli ha dato un telefonino dicendogli che si sarebbero sentiti più tardi. "Tanto il telefonino è vecchio!", ha detto a voce alta come per giustificare il suo gesto con gli altri genitori... In quel contesto io stessa mi sono sentita un po' "fuori" perchè credo che sia un comportamento diseducativo - tutti noi siamo andati in gita da piccoli SENZA TELEFONINO e siamo vivi e vegeti - soprattutto se si pensa che per i bimbi era anche una prova importante: stare un giorno intero lontani da casa a fare un'esperienza tutta loro, ovviamente accompagnati dalle insegnanti. Credo che sia stato diseducativo anche nei confronti degli altri bimbi (perchè lui aveva il telefonino ed io no? dite che nessun bimbo avrà fatto questa osservazione a casa?) e sono rimasta a pensarci su per un po'. Magari sbaglio ma in quella situazione sono stata orgogliosa di essere "fuori" ed avere una figlia "fuori"... Ti chiedo scusa per essermi dilungata ed aver fatto un esempio che magari non c'entra più di tanto ma... in quella situazione mi sono sentita io stessa diversa ma, a ben guardare, non mi è dispiaciuto nemmeno un po'!
RispondiEliminaciao stefania, altro argomento delicato: il telefonino! sento che è il regalo per la prima comunione (8 anni.....) ma non capisco se è una necessità o un'abitudine. Ammetto che sia uno strumento funzionale ma per un bambino? L'idea di darlo per una gita lo trovo assolutamente fuori luogo, si perde l'emozione di un'uscita "da soli" da raccontarsi a fine giornata e si trasmette un po' di sfiducia negli adulti che accompagnano.
EliminaLo so che prima o poi mi diranno che qualche compagno ha il cellulare.....
Proprio questo giovedì in biblioteca ho trovato "Mai contenti" e appena riesco lo leggerò al mio bimbo a me è piaciuto tantissimo :-)
RispondiEliminaTocchi un argomento molto delicato! anche sofia (5 anni) continua a dirmi che un'amichetta ha questo e l'altro e qualsiasi cosa chieda glielo comprano... purtroppo qui le cose della "TV" (winx) sono arrivate dai nonni e zia... che ci posso fare?
RispondiEliminaun conto però secondo me è avere qualcosa, l'altro è avere tutto. qui si guarda raiyoyo dove la pubblicità è tutta per bambini e giusto l'altro giorno le ho fatto capire che tutto quello che fanno veder alla fine non serve e bisogna capire cosa ci serve davvero, cosa può essere davvero un gioco istruttivo e duraturo e quello che è solo un gioco di un giorno...
anch'io nel mio post di questo venerdì sono partita da un problema personale!
il libro di Munari ce l'abbiamo anche noi e ci piace davvero molto!
scusa se mi sono dilungata!
ciao ciao!
:-)
Ciao SMIle, è un piacere il tuo commento, altrochè!
EliminaNon si può certo evitare tutto cio' che è commerciale e inutile altrimenti rischiamo che il desiderio sia veramente troppo. Piuttosto, come dici tu, meglio spiegare l'effetto di certe pubblicità e l'inutilità di alcuni giochini e, continuamente, proporre proporre proporre.
Un bel lavoro, no?
Ciao SMIle, è un piacere il tuo commento, altrochè!
EliminaNon si può certo evitare tutto cio' che è commerciale e inutile altrimenti rischiamo che il desiderio sia veramente troppo. Piuttosto, come dici tu, meglio spiegare l'effetto di certe pubblicità e l'inutilità di alcuni giochini e, continuamente, proporre proporre proporre.
Un bel lavoro, no?
Che tristezza mi ha fatto leggere il tuo post... Che addirittura ci si mettano anche gli insegnanti a "richiedere" che i bambini guardino la TV e giochino ai videogiochi mi pare addirittura assurdo! Io detesto l'omologazione e comprendo le tue difficoltà di madre (io non ho figli, ma mi metto nei tuoi panni) che tenti di crescere i tuoi figli in modo sano, dedicando loro molto del tuo tempo per far belle cose insieme, e poi ti senti dire queste cose... Ad ogni modo i tuoi figli sono davvero fortunati! Non c'è niente di più prezioso dell'attenzione dei genitori al giorno d'oggi che, vuoi per necessità o vuoi per noncuranza, è cosa sempre più rara!
RispondiEliminaGrazie Marica! Sono rimasta colpita anchio, pensavo fosse la strada migliore....Per ora evito di condividere troppo certi pensieri e vado avanti per la mia strada.
EliminaPer ora, alla scuola materna, siamo stati fortunati. La mia canaglietta non vede molta televisione, ogni tanto il suo cartone preferito (Cars) o qualche episodio su Rai Yoyo (dove fortunatamente c'è poca pubblicità), ma alcuni dei suoi compagni sono presissimi da Ben Ten o Gormiti, portano i pupazzi a scuola e ne imitano le gesta. Una volta gli feci vedere un pò di quel cartone e tutti quei pugni non gli piacquero proprio, così lontani dai suoi disegni, dai suoi timbri e dalle sue macchinine. In classe ci sono diversi bambini così, che giocano con i lego, i puzzle, sfogliano un libro, raccolgono foglie e sassi in giardino, così non si sente emarginato. Immagino ci sia lo zampino delle maestre nel dare meno peso possibile a personaggi commerciali a favore di giochi in cui comanda la fantasia.
RispondiEliminaTemo che l'anno prossimo, alla scuola primaria, la situazione sarà diversa, spero che tutto il lavoro fatto in questi anni regga il confronto.
Sicuramente questo argomento merita attenzione e la tua proposta di oggi ha permesso di avviare un confronto.
Il primo libro che hai proposto non lo conoscevo, ma lo tengo presente, Arcobaleno è stato molto amato negli anni scorsi, quando Simpatica Canaglia aveva una gran passione per il mare e i suoi abitanti. Gli avevo pure organizzato una lettura animata per il suo 4° compleanno.
Della serie di Munari, conosciamo bene alcuni testi come quello da te proposto (anche noi lo avevamo segnalato ai VdL nel marzo 2011) e L'uomo del Camion con tanti mezzi da trasposrto, passione del mio pupo.
Sono convinta che il tuo lavoro non puo' essere spazzato via in un momento.
EliminaCerto non si può negare ai bambini cartoni o giochi "commerciali" ma si può far riflettere se ne vale proprio la pena. I bambini sanno scegliere a dispetto di quello che si pensa (la tua Simpati Cacanaglia lo dimostra!).
posso venire a lezione da te?!? Sono mesi che mi tormento chiedendomi come farò un giorno... ora non ho tempo per leggere tutto, ma torno domani... e ora riaggiungo il tuo link nei miei perché non capisco dove sia finito! a presto!
RispondiEliminaa lezione da me? non garantisco perchè, alle volte, le mie certezze oscillano!
RispondiEliminaSono certa, anzi certissima, che te la caverai benissimo anche se il terreno sarà un po' in salita perchè questi argomenti sono difficili. Non per i bambini ma per gli adulti che abbiamo intorno: non sempre ti sostengono!