sabato 27 settembre 2014

I figli che bella fatica! Grazia Honneger Fresco - Ed. dell'Asino


I figli, che bella fatica!  è il titolo di un'interessante lettura condivisa con il marito che mi ha ispirato per questo post (scriverò in corsivo i riferimenti al libro).

Il libro propone uno stile di vita, una linea educativa e vale una lettura condivisa in famiglia.

Ho letto questo libro per approfondire la passione sulle pedagogie "altre":l'autrice - Grazia Honneger Fresco - è stata l'ultima allieva di Maria Montessori, ne è decisamente l'erede naturale nonchè una tra le più autorevoli autrici di testi pedagogici. E' stata per anni direttrice del Centro Nascita Montessori  a cui rimando per la bibliografia e la biografia complete.

L'ho apprezzato molto, tant'è che,  essendo io una lettrice seriale, ho già altri titoli nella mia wish list  della stessa autrice e ho spinto mio marito a leggerlo. Un po' come dire "io non riesco a farti capire cosa voglio per i nostri figli, leggi chi sembra aver scritto per me".

E' un libro attuale perchè pone in rilievo la difficoltà di crescere i bambini in una società fortemente multimediale, con famiglie condizionate e spinte - a loro insaputa - al consumo e all'acquisto acritico e mette in rilievo anche le difficoltà della scuola ma, più ancora, la crisi di tutti i sistemi della società.

Il libro è diviso in tre parti: Gli affascinanti primi anni, In cammino verso il vasto mondo, Crescere con i figli che crescono e ciascuna affronta con semplicità ma autorevolezza i vari momenti della vita con i figli.

Io mi sono annotata gli aspetti che sento più vicini a me:

si sente spesso dire che l'istinto materno non sia innato ma come non considerare i nove (ma anche 7) mesi di "pancione",  tecnicamente endogestazione, in cui donna e feto sono direttamente in contatto e i mesi successivi la nascita in cui il bambino, limitato nei movimenti, dipende totalmente dalla mamma?
Non a caso quest'ultimo periodo è chiamato gestazione esterna, esogestazione, e sembra durare circa ancora 9 mesi.

Purtroppo la gravidanza e il parto si vivono come anestetizzati: visite, ecografie con video annesso, esami per la risposta a tutti i dubbi, spesso cesareo programmato, il pediatra migliore e, in caso di dubbi, c'è lo psicologo o il neuropsichiatra. Si cerca la risposta dell'esperto per ogni dubbio e non si ha fiducia del proprio istinto. La futura o neo mamma ha soprattutto bisogno di sentirsi ascoltata e rassicurata riguardo i dubbi e i sentimenti contrastanti; a qualsiasi bambino gioverebbe una mamma che ha imparato a mettersi in ascolto dei ritmi del bambino e ha fatto pace con l'altra immagine di se', quella di lavoratrice, magari mondana, sempre inappuntabile, puntuale e con molta energia. Una mamma è spesso spettinata, si è vestita in cinque minuti, non porta più il tacco 12. Non per questo è meno donna, ma spesso non lo sa.

Dopo la nascita la madre subisce la solitudine tipica della vita moderna e la stanchezza dovuta alla mancanza di aiuti. "Le donne spesso si ritrovano sole a fare le madri e al tempo stesso a lavorare come esige il mondo maschile. Davvero un bel peso" e' quanto mai vero.

Il lavoro è un ostacolo alla scelta di stare con i figli ma ridurre il tempo dedicato al lavoro non è rinunciare al mondo esterno ma vivere appieno il ruolo di madre.
Io ho ancora impressa un'immagine:  il rientro dal lavoro delle vicine di casa che avevano affidato i bambini alle nonne. Io trascorrevo i pomeriggi con i miei bambini - e quelle nonne - in giardino e a fine giornata ero stanca, sporca e consapevole di ancora molte ore di "lavoro" (cena e
nanna non si liquidano in pochi minuti!!) mentre loro tornavano, mise perfetta e atteggiamento tipico di chi è molto preso, non ha tempo. Io mi sentivo inutile e sciocca ad occuparmi, sola, dei miei figli.
Ancora non so se la mia sia stata la scelta giusta.

I capricci irritano quando non c'è una spiegazione plausibile, ad esempio hai fame, hai sonno, stai male così come m'infastidiscono le manifestazioni dei piccoli dittatori di 2/3 anni ma anche 4. Solo se riesco a non farmi prendere dallo scoramento riesco a distinguerli come "segnali di autodifesa....respingere i cambiamenti su di sè e intorno a sè".  A mie spese ho imparato quanto i bambini non verbalizzino il malessere e anche un cambiamento di orario nella giornata o una maestra nuova, possa  renderli intrattabili.
Fermezza, ascolto e autocontrollo sarebbero le risposte adeguate alla situazione. Risposte di una mamma a sua volta compresa e non giudicata se mostra segni di fastidio per i propri figli.



Il gioco è un argomento molto trattato nel libro. L'autrice spinge ad osservare il bambino e a consentirgli di utilizzare mani e gambe poichè nessuna azione, nessun movimento sono inutili, anzi  propedeutici all'esperienza e all'apprendimento. Lo stimolo, inteso come dirigere i suoi interessi in modo astratto e senza badare alle inclinazioni personali è un errore:  "ecco un verbo aggressivo che contiene il concetto di bambino vuoto che si anima solo quando l’adulto lo dirige, gli insegna, gli fa fare questo o quello".  Tutti i bambini sono curiosi verso il mondo e sperimentano volentieri nuove attività ma non per mostrare ai genitori un bel disegno, una medaglia o per diventare bravi in qualcosa. Solo per provare piacere, come ritengo tanti adulti dovrebbero re-imparare a fare!

Io dico no a TV,  computer e videogiochi. So che è faticoso gestire le giornate con i bambini ma non è difficile, valide alternative esistono: si puo' aprire casa agli amichetti, fare una banale passeggiata, lasciarli disegnare o manipolare liberamente, offrire giochi scelti insieme oppure cercare cosa offre il territorio, poco lontano da casa ci sono sempre iniziative (un piccolo museo, un spettacolo teatrale, un film). 
Non intendo discriminare totalmente la Tv o i video giochi (che continuiamo a non avere, pero') ma ritengo si debbano da subito dosare attentamente e evitare di credere (come molte mamme riferiscono) aiutino la concentrazione o sviluppino capacità nei bambini.

Questo libro mi assolve anche riguardo la mia idea sulle feste di compleanno: perchè non optare per "la crostata della nonna e qualche piccolo dono...anzichè luoghi imbastiti per far soldi".  In prima elementare mio figlio ha desiderato una festa di compleanno con i compagni. Abbiamo acconsentito ma  scelto un luogo anonimo in cui si è organizzata una caccia al tesoro, spiegando che in questo modo avrebbe non solo giocato ma condiviso il gioco con i compagni. Un successo! I regali erano tanti ma abbiamo diretto l'attenzione solo su alcuni e messo da parte gli altri per farglieli scoprire e assaporare in altri momenti.

2 commenti:

  1. Come amo questa autrice! Ma questo titolo mi mancava, grazie. Urge rimediare!

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  2. Si, rimedia! è una lettura scorrevole e piacevole.

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