Moabi è tra gli alberi più grandi d’Africa, bellissimo e monumentale può
raggiungere i 70 metri d’altezza; la sfortuna
di avere un legno pregiato e resistente, fa sì sia costantemente sfruttato,
così tanto che nello Stato del Gabon è stato necessario proibirne
l’abbattimento.
Gli abitanti dei
villaggi sono molto legati al Moabi dal quale ricavano frutti, olio, e sostanze
utili per produrre alcune medicine. Con la sua corteccia i Pigmei preparano una
pozione magica che […] li rende invisibili agli animali della foresta.
Forse proprio per quest’aura di mistero, Mickael El Fathi ha intitolato MOABI lo splendido albo edito da TERREDIMEZZO.
Mickael El Fathi è autore e illustratore
di MOABI – l’unico suo albo finora tradotto in italiano – ogni pagina una splendida
tavolozza di colori sgargianti e solari che virano dal rosso all’arancione, con
qualche punta di blu e verde, recuperati
probabilmente dalla suoi ricordi di viaggiatore o – come si definisce nella sua
biografia – di camminatore.
Poche frasi d’effetto fanno da
sottofondo alle illustrazioni; sono brevi poesie, talvolta disposte in modo
fantasioso, a voler suggerire uno stile di lettura cadenzato, utilissimo per i lettori ad alta voce.
La storia è quella dell’albero maobi,
dapprima piccolo seme poi germoglio, poi ancora un piccolo ramo sino ad avere
un tronco robusto, il vento non mi fece
più tremare, e diventare parte di una grande foresta. Maobi racconta di vivere
sulla Terra sin dagli albori della Vita, di avere conosciuto dinosauri, di aver dato ospitalità a tanti animali sui
suoi rami, proprio quegli animali che gli sussurreranno dell’esistenza di un essere simile a loro, drizzato sulle
gambe posteriori.
Nella foresta si mormora il suo nome, Uomo,
e corre voce sia amico del fuoco e nemico di tutti gli altri. Per scaldarsi,
costruire i suoi nidi e gli
utensili l’Uomo ha bisogno di legna.
Così, quando arriva nella foresta, Maobi,
per la prima volta, trema di paura.
Eppure in cuor suo mantiene speranza.
[…] sono sicuro
che un giorno l’uomo verrà non per tagliare il mio legno ma per fare pace con
la foresta
Particolare anche la scelta della
grafica delle pagine di chiusura, dove le parole, storie di alberi, poggiano
sui rami di un immaginario albero blu.
Un plauso sicuramente va a Terredimezzo – ultimamente ci vizia con ottime pubblicazioni! - per aver scovato l’autore e pubblicato un lavoro profondo in contenuti e grafica. Un albo che riesce ad arrivare al cuore di chi ascolta sin dalla prima lettura: lo sappiamo, il disboscamento e la deforestazione sono realtà solo all’apparenza distanti, pertanto è utile ed urgente stimolare la discussione, o anche solo un pizzico di sana curiosità, tra i più piccoli.