lunedì 28 gennaio 2013

Give away e book crossing.


Tempo fa ho partecipato alla pesca di Centostorie, la libreria  di Centocelle e ho ricevuto in regalo un libro: Gigi Baruffa di Marco Lodoli .
Nel frattempo questo libro ha vinto la XVI ed. del Concorso di Letteratura per l'Infanzia "Giacomo Giulitto" - Città di Bitritto e ha ricevuto una segnalazione speciale dal premio Cento.


Io adoro i regali ma ho pensato di condividere questo particolarissimo libro e, perchè no?, a ricambiare il regalo a Centostorie, libreria molto attiva con corsi, letture, mostre, feste, gestita da tre ragazze che trasmettono vitalità anche attraverso il sito della libreria e il loro blog!

L'unica soluzione per costringere il libro a circolare mi è sembrata quella di unire un give away ad un book crossing. Due termini inglesi per dire semplicemente: vi offro un libro da far circolare.

Il libro è a metà strada tra storia e poesia. E' la storia di Gigi Baruffa, un bimbo che ha un "monte di capelli, neri come un gran mucchio di carbone, dentro ognuno tre diavoli ribelli, ha gli occhi come due fornelli accesi, gambette come molle sussultanti...".

Un bambino arrabbiato, vivace ma innamorato dei suoi genitori tanto da sconfiggere un terribile nemico per difenderli.

Il mamma si dispera ma il papà, incantato, pensa che in fondo "tutti i bambini sono un po’ arrabbiati / stavano in cielo con gli angeli e il mare / Poi cadono in terra sconocchiati / Non sanno più come si fa a volare."

Insomma un libro molto intenso.

Come partecipare? in questo siete tutte più esperte di me, percio' lasciate un commento, condividete e, se lo desiderate, unitevi al blog.  
Unica condizione: il vincitore estratto si potrà prendere tutto il tempo che desidera per leggere il  libro e poi dovrà farne un altro give away/book crossing.
A discrezione del vincitore: lasciare due parole sulle pagine libere all'inizio o alla fine del libro, in modo che il libro porti con sè il proprio viaggio.

Lascerò aperto il post per due settimane, sino alla fine di tutte le feste di Carnevale, il 17 febbraio 2013,e poi farò estrarre il vincitore ad uno dei miei bambini, con il classico sistema dei biglietti e della boccia trasparente.

Proviamo?

sabato 26 gennaio 2013

solo 10 parole per spiegare l'affido





Incertezza,
rabbia,
attesa,
stupore,
risate,
incazzatura,
gioia,
incomprensione,
rifiuto,
sguardi.

domenica 20 gennaio 2013

e poi la Befana arrivo'.



Il 5 sera ci siamo ritrovati nel capannone dove per mesi si è lavorato per costruire lo spettacolo di fuoco e luci in attesa della Befana e dove si sono svolti i laboratori estemporanei senza un tema preciso,  solo con l'intento di restituire l'innata manualità ai bambini e consentirgli di tuffarsi nella magia dei miti e delle leggende. Prima fra tutte la Befana. Noi l'abbiamo incontrata: è sbarcata proprio davanti a noi sulle sponde del fiume che, per questa sera, ci ha regalato una piena.
Un'emozione grande: la condivisione, la musica, i colori, la gioia di esserci come protagonisti, dimostrare ai tanti "spettatori" che i sogni si avverano, basta crederci un po'.

Nessuna foto puo' trasmettere l'aria elettrizzata che circolava ma magari possiamo provarci.............




 Le ultime indicazioni prima di uscire con la musica della Marching Band


un canto veloce, i preparativi per farci trovare eleganti, le "nacchere" per farci sentire,
























Certo, si è fatta attendere, prima molte lanterne sono scivolate sulle acque,  fuoco per illuminare la
serata,







Infine è arrivata, un passaggio veloce, un saluto e poi via verso la strada per cominciare il cammino e regalare dolci e carbone.



venerdì 18 gennaio 2013

Arno Stern e Closlieu

Arno Stern è il Closlieu. Se l'è inventato per necessità e ne ha fatto virtù. Da quasi settantanni.

Arno Stern è nato a Kassel (Germania) nel 1924. Al termine del secondo conflitto mondiale (nel 1946) trovo' lavoro in un orfanotrofio che accoglieva orfani di guerra: insegnante di applicazioni tecniche.
Aveva a disposizione diversi allievi tra i cinque e i quindici anni, uno spazio - prima un solaio, poi una stalla - e qualche ora al termine delle normali attività scolastiche ma nessun materiale. All'inizio si arrangio' con quelli di recupero e naturalmente più economici: carta da imballaggio, argilla e qualche matita. In fondo per disegnare non ci vuole necessariamente un foglio bianco!

Un regalo inaspettato ha dato la svolta: colori e pennelli; non riesco neppure ad immaginare la gioia di quei bambini ma anche del loro insegnante perchè oggi è così facile procurarsi i colori.........

La partecipazione dei bambini e dei ragazzi fu totale, scrive Stern "era stato stabilito che sarebbero venuti all'atelier in certi orari e a piccoli gruppi. Tuttavia, molto presto fui sommerso e diventò impossibile frenare lo slancio di quei ragazzi. Alcuni non volevano nemmeno più andare a dormire e, talvolta, il direttore veniva a spegnere la luce dell'atelier per mettere fine al gioco".

Arno Stern non poteva disegnare a sua volta, non c'era il tempo: doveva essere disponibile a consegnare i fogli, ritirare i disegni terminati e tutte le sere predisporre stanza e i materiali per il giorno successivo.

Da qui la figura del Praticien, la persona che conduce il gioco, mettendosi a disposizione dei bambini, dei ragazzi (e degli adulti!) senza suggerire nulla, senza giudicare, consegna i fogli dove ciascuno disegnerà la propria Traccia e si assicura non manchi mai colore. Il Praticien non propone modelli da seguire, copie dal vero e lascia che, lentamente ma inesorabilmente, si abbandoni il desiderio di disegnare "o qualcosa o per qualcuno" ma solo per il gusto di farlo. Fosse anche una serie di cerchi, una riga, un sole con raggi multicolori, una casa che casa non sembra ma che provenga dal tuo più intimo e innato desiderio di lasciare un segno,  (ovvero la Traccia).

Stern ha poi definito con il termine Formulazione  il modo innato e naturale di tracciare, manifestazione strutturata in un insieme di segni ben definiti e che formano l'oggetto di una nuova disciplina, la Semiologia dell'Espressione.

Terminata l'esperienza nell' istituto per orfani di guerra apre a Parigi, nel 1949, un suo atelier di pittura per bambini nel quale, da allora, lavora quotidianamente.
Successivamente si è dedicato al compito di divulgare la propria pratica e le proprie scoperte con incontri, conferenze e appositi stages di formazione riservati ai futuri Praticien, cioè ai conduttori di Closlieu e ha visitato popolazioni lontane: nei deserti, nelle savane, nomadi, africani, indios che non avevano l'abitudine di disegnare.
Quale insegnamento ha tratto da questi viaggi? la naturalità nell'approccio alla Formulazione a cui si disponevano con piacere, come rispondessero ad un bisogno interiore, senza un approccio scolastico e senza
Realizza in seguito un atelier a Parigi, nel quartiere di Saint-Germain-des-Prés, divenuto celebre negli anni '50 con il nome di "Académie du Jeudi", e lì rimasto attivo per 33 anni prima d'essere trasferito, nel 1983, nel quartiere della Madeleine.
Biliografia: (se volete leggete ma se ne avete la possibilità piuttosto entrate in un Closlieu e chiedete un foglio bianco.....)
"Felice come un bambino che dipinge" (Armando Editore),  illustrato con splendide immagini scattate dal famoso fotografo Peter Lindbergh.

giovedì 17 gennaio 2013

Dialogi surreali. La figlia part time.

21 dicembre 2012. SMS.

Ale, domani vengo da voi. Buona fine del mondo. Comunque ho preso 9 e mezzo. Hai visto che bei voti? Ma mi chiedo: cosa serve prendere tutti questi bei voti se finisce il mondo, booooh? va bè, notte.


Saggezza adolescenziale; quasi, quasi mi ha convinto a non pagare la prossima rata del mutuo.

Note tecniche sull'affido famigliare: la normativa italiana..

Esiste una normativa ad hoc che disciplina l'affido familiare.
E' la Legge 4 maggio 1983, n. 184 dal titolo “ Disciplina dell’adozione e dell’affidamento familiare dei minori” poi  modificata con la Legge 28 marzo 2001 n. 149 con il titolo “Diritto del minore ad una famiglia”.

Inutile sottolineare in questa sede le modifiche apportate ad ogni singolo articolo dalla nuova legge del 2001, ci basterebbe far caso al titolo rinnovato:  "Diritto del minore ad una famiglia", anziche' il pomposo "Disciplina dell’adozione e dell’affidamento familiare dei minori".

Emerge il desiderio del legislatore di garantire ad ogni bambino un ambiente familiare e naturalmente sereno ed equilibrato. Laddove questo non sia possibile e qualsiasi tentativo sia risultato vano ha individuato due strade percorribili: l'affido famigliare e l'adozione.

Cosa possiamo estrapolare di interessante dalla norma riguardo all'affido? innanzitutto due concetti da evidenziare:

Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia e Quando la famiglia non è in grado di provvedere alla crescita e all’educazione del minore, si applicano gli istituti di cui alla presente legge.

Ancora una volta, dopo il titolo, si sottolinea l'attenzione verso il minore e, in particolare, al diritto di restare in famiglia.  Le due strade di cui sopra si applicano quando non resta altra scelta. 
Nello specifico gli adulti che ruotano attorno all'affido (per sua natura a carattere temporaneo) devono agevolare il rientro in famiglia. 
Finchè risulta possibile, aggiungo io. Perchè non si puo' falsare la realtà e convincere un bambino/ragazzo (soprattutto quando ha un'età per capire) che tutto va bene quando ci sono dati oggettivi che affermano il contrario. Un minore rifiutato o dimenticato soffre e non è certo negando il senso della sofferenza che si aiuta a superarlo. Ritengo più utile accompagnare a comprendere. Senza giudicare l'azione del genitore naturale ma neppure negando il disappunto del minore e - sarò onesta - anche di noi adulti/genitori affidatari.


L’affidamento familiare è disposto dal servizio sociale locale, previo consenso manifestato dai genitori o dal genitore esercente la potestà, ovvero dal tutore, sentito il minore che ha compiuto gli anni dodici e anche il minore di età inferiore, in considerazione della sua capacità di discernimento. Il giudice tutelare del luogo ove si trova il minore rende esecutivo il provvedimento con decreto.
Ove manchi l’assenso dei genitori esercenti la potestà o del tutore, provvede il tribunale per i minorenni.

Qui si entra nel merito.

E' sempre il Servizio Sociale di riferimento che propone e attua l'affido e abbina il minore in temporanea difficoltà alla famiglia affidataria che lo accompagnerà nel percorso.

L'affido puo' essere consensuale ovvero la famiglia riconosce il proprio momento di difficoltà e da' il proprio consenso oppure giudiziale, quando è il Tribunale per i Minorenni a disporre indipendentemente o in mancanza dell’assenso della famiglia.

Le sorelle - Botero
Si noti ancora una volta l'attenzione al minore: sicuramente viene ascoltato il ragazzo che abbia compiuto i 12 anni di età  e non si esclude il coinvolgimento di un bambino più piccolo. Credo di aver capito in questa mia breve esperienza di famiglia affidataria che l'ascolto del minore è di aiuto soprattutto per individuare la famiglia in cui si possa sentire più a suo agio: una famiglia con bimbi più piccoli, con soli adulti, un single.....

Nel provvedimento di affidamento familiare devono essere indicate specificatamente le motivazioni di esso [.......] le modalità attraverso le quali i genitori e gli altri componenti il nucleo familiare possono mantenere i rapporti con il minore. [......] con l’obbligo di tenere costantemente informati il giudice tutelare o il tribunale per i minorenni. [.....], ogni evento di particolare rilevanza [.....], sull’evoluzione delle condizioni di difficoltà del nucleo familiare di provenienza.
[....] il periodo di presumibile durata dell’affidamento [......] non può superare la durata di ventiquattro mesi ed è prorogabile, dal tribunale per i minorenni, qualora la sospensione dell’affidamento rechi pregiudizio al minore.

In questo articolo - e nel successivo - ho preferito inserire degli [omissis] per alleggerirne la lettura.

Non tutti i provvedimenti di affidamento (cosa sono? in poche parole: sono gli atti del Servizio Sociale in cui è scritto che il minore X è in affidamento familiare presso la famiglia Y) riportano esattamente motivazione, date e condizioni; il più delle volte alcune indicazioni sono riferite a voce: quando e se il minore deve incontrare la famiglia e eventuali vissuti del minore di cui tener conto.  Anche la data è indicativa poichè, il più delle volte, i due anni indicati dalla norma non sono sufficienti e l'affido viene prorogato.

L’affidatario deve accogliere presso di sé il minore e provvedere al suo mantenimento e alla sua educazione e istruzione [......], ed osservando le prescrizioni stabilite dall’autorità affidante. [....]. In ogni caso l’affidatario esercita i poteri connessi con la potestà parentale in relazione agli ordinari rapporti con la istituzione scolastica e con le autorità sanitarie. L’affidatario deve essere sentito nei procedimenti civili in materia di potestà, di affidamento e di adottabilità relativi al minore affidato.
Il servizio sociale [......] svolge opera di sostegno educativo e psicologico, agevola i rapporti con la famiglia di provenienza ed il rientro nella stessa del minore secondo le modalità più idonee [.......].

L'articolo in questione riassume la vita della famiglia affidataria
Vita che varia in base alle diverse tipologie di affido:  in forma residenziale o a tempo pieno, dove l'inserimento del minore in un'altra famiglia ha carattere di continuità , a tempo parziale/part time, dove l'inserimento in un altro nucleo è previsto per alcuni giorni alla settimana, solo nel pomeriggio o per alcuni periodi di tempo breve e determinato.



mercoledì 16 gennaio 2013

un ultimo premio del 2012!

Per una pura  questione cronologica,  solo ora ringrazio per il premio di erReMBi, nome che mi è rimasto impresso proprio perchè cerco di decifrarlo senza successo e che appartiene a Mammacosaleggi?, una mamma che racconta di se', partendo dai libri letti, e lo fa in modo delicato e serio allo stesso tempo.

Questo premio prevede di raccontare perchè si è deciso di aprire un blog  - per questo rimando alla pagina su in alto "Perchè un blog?" - e di citare altri blogger meno frequentati (i soliti meno di 200 followers), io ho scelto di citare:

In primis Genitoritosti, il blog dell'omonimo sito nato dalla volontà di genitori con figli disabili (qualsiasi disabilità) che, grazie alla rete, hanno potuto confrontarsi. Cercavo di capire perchè a mia nipote con la sindrome di Down la logopedia fosse rinviata "più avanti", e ho letto lì un post illuminante. Non è un giovane blog (aperto nel 2008) ma ha la forza di riunire famiglie di tutta Italia e di pubblicare post seri e puntuali. 

Una sera cercavo di capire se i miei bambini potessero vedere "Nightmare before Christmas" e  ho trovato questo sito: Mammealcinema. Non è un luogo per critici ma riunisce mamme appassionate di cinema, alcune delle quali si sono inventate "Neo mamme al cinema", iniziativa attiva in molte città. Direttamente dal sito:
"prevede la possibilità per le mamme di bambini da 0 a 12 mesi circa di assistere a prime visioni cinematografiche durante delle matinèe dedicate. I film sono rivolti ad un pubblico adulto (anche se noi escludiamo i film troppo violenti o drammatici). La filosofia che ci guida è quella di offrire alle mamme la possibilità di continuare a partecipare alla vita culturale, di non essere isolate e di mantenere un contatto positivo con i loro interessi anche nel difficile periodo dell’accudimento del neonato. Le proiezioni sono dedicate alle mamme ma sono aperte a tutti, ovviamente soprattutto ai papà. Ci interessava anche promuovere il concetto di tolleranza e di convivenza: chi assiste ad una proiezione Cinemamme di solito rimane stupito dal  fatto che, nonostante la presenza dei neonato, il film rimane godibilissimo e i bambini generalmente stanno molto buoni".

Da ultimo - ma non meno importante - ci tengo a citare il blog di Monica, un'insegnante (ma chissà perchè nella blogosfera conosco tante ottime insegnanti e nella vita reale molto meno....) con cui mi sono trovata - bene - a parlare di un film, tutto qui. Tant'è che lei scrive "Sono qui. Ma non so fino a quando (!)"
e invece mi auguro resti e trovi il tempo di scrivere con assiduità. E' qua The book the cat and the table .

martedì 15 gennaio 2013

ancora un premio 2012



Poi c’è il premio di Monica, Le lune di Sibilla :  mi ha premiata con Reality, un premio "iniziato" da  Psicocucina, un sito in cui sono raccolte una serie di semplici ricette abbinate e consigliate per la cura dei piccoli disturbi nervosi. Io non cucino granché e non leggo volentieri di psico, altrimenti mi ritroverei in tutte le possibili nevrosi. So, pero', di molte blogger ai fornelli......
Prima di incontrarla in rete, Monica la conoscevo nella vita di tutti i giorni, anni di teatro (più che altro di gran risate) e questa opportunità ribaltata - di solito le blogger si conoscono dopo l’incontro virtuale - mi ha dato la possibilità di capire chiaramente come dal proprio blog, in un modo o in un altro, esca la propria personalità. Senza menzogne. 
Tra l'altro Monica, insegnante col cuore, mi rappacifica con il mondo della scuola....
Questo premio implica la risposta a 5 domande:
1) Se potessi cambiare una cosa, cosa cambieresti?  Le ingiustizie di ogni giorno, ogni giorno,
2) Se tu potessi ripetere un’età quale sarebbe? 40.
3) Cosa è una cosa che ti spaventa davvero? La cattiveria. Ho scoperto che esiste.
4) Qual’è un sogno che tu non hai completato, e pensi di non essere in grado di completare? Credo che, come tali, i sogni siano sempre completabili, almeno di notte.
5) Se potessi essere qualcun altro per un giorno, chi vorresti essere? Non lo so.


Passo il testimone a cooking blogger che al momento mi limito a leggere con stupore misto ad invidia per la calma con cui confezionano i loro successi culinari e ne prendo nota per il futuro prossimo.
panettone fatto tutto in casa da Cì!
  
Il mondo di Cì (il suo nome è segreto.....) non è solo un blog di cucina ma ci tengo a citarlo qua perché per Cì la svolta verso una cucina sana nasce da un problema di salute. Lo spiega meglio qui. E' un piacere scoprire come da esperienze non felici nascano passioni felicissime.
 
Non posso non citare Elena de Nella cucina di Ely,  e' un'ottima cuoca, e in molti so sanno, ma per me è anche compagna di letture: partecipo volentieri ai suoi libri vagabondi

Non ultimo la casa editrice Anordest ha appena pubblicato un suo  libro (di cucina, naturalmente....) !



Invece Monica di Unconventional Mom crea splendidi dolci per i compleanni. Le sue "opere" sono una gioia per gli occhi e si suppone (la rete non aiuta in questo) anche per il palato!
Ecco qua un esempio:









Meritevole è sicuramente l'attività del blog di Monica: Mi mangio l'allergia. E' un blog nato per l'esigenza di "nutrire" una bambina - la sua bambina - con alcune allergie alimentari. Monica racconta con levità e tanta fermezza la sua esperienza. Ha dato ascolto a tanti esperti ma il blog è il risultato della sua caparbietà e della convinzione - così almeno ho letto io tra le righe - che c'è sempre una possibilità. 


non si limitano a cucinare......garantisco!
Ultimo - ma non per questo meno importante!- è il blog di Candida e Lucina Ricette & Misfatti, a parte che di questo blog adoro il titolo, a parte che conosco "dal vivo" Candida ed è una persona veramente in gamba, vi lascio parte delle parole con cui descrivono la loro esperienza di amiche lontane (Italia e Inghilterra) ma unite dalla voglia di condividere i loro misfatti culinari "The order of the day is to share good, wholesome recipes without any of the faff! Without faff?! Senza tante menate! Let's improve our English by cooking o migliora il tuo italiano cucinando".
Grazie a loro ho compiuto il miracolo di cucinare una pizza come si deve! 


Dialoghi surreali.

La belvetta numero 2:
- non è vero che non so leggere!
- non è che non sai leggere, devi avere solo la pazienza di imparare. Sei un po' piccolo ora.
- no, io lo so perchè non leggo: tu hai gli occhiali, anche papa' e anche mio fratello. E voi sapete leggere. IO DEVO AVERE GLI OCCHIALI!
- vedremo cosa pensa l'oculista.
- non serve, io li ho già trovati!

E spuntano un paio di occhiali per i film in 3D. Non oso demoralizzarlo perchè il suo sguardo è di chi ce l'ha fatta.

- vedi mamma, anchio ora ho gli occhiali con i vetrini (lenti?) e ora posso fare i compiti.



Dialoghi surreali. Il papa.


Interni.
La belvettanumero2 ha deciso che deve saper scrivere qui  e ora.
Quaderno nuovo e astuccio di riciclo ma assortito.
Le prime solite parole: il suo nome, quello del fratello, mamma e papa'.
Papa pero' è scritto senza l'accento.
L'erudito fratello spiega "ma la vuoi capire che serve l'accento! Papà è il papa', papa non c'entra"
La belvetta2 non ne vuole sapere, lui l'accento non intende usarlo.
L'erudito fratello si scalda "allora ti spiego meglio. Il papa' senza accento è quel signore tutto vestito di bianco che è sempre affacciato alla finestra. Ti sembra papa'?".
La belvetta2 ha capito.
gli occhiali sono i miei ma si è convinto che, solo indossandoli, potrà scrivere!

Spiegazione discutibile ma l'obiettivo è stato raggiunto. Non era necessario un mio ulteriore intervento.

lunedì 14 gennaio 2013

Ho ricevuto dei premi e non ho ringraziato !!??

Nel corso del 2012 alcune "colleghe" di blog mi hanno voluto premiare e io non ho ancora avuto tempo e modo di ringraziare. Un po' perchè sono ritardataria da sempre e un po' perchè questo mio diario virtuale non riesce proprio a essere quotidiano e a insinuarsi tra le pieghe delle attività di ogni giorno. Sono anche in fase decluttering e vivere lento, pertanto va così!
Questo non significa  dimenticare i nomi di chi ha voluto regalarmi un premio, anzi questi piccoli - ma importanti - segni hanno ancora più significato ultimamente e ci tengo a un grazie ciascuno!
  
La solita mamma lo scorso settembre (non è poi così lontano........) mi ha stupita con il premio dedicato a blogger con meno di 200 follower: 
Stupita perchè mai avrei pensato che Simonetta con il suo blog competente si accorgesse del mio mini blog.  Inizialmente ho incrociato i suoi scritti sul metodo L.A.V.A. (ovvero Leggere Ad Alta Voce); Simonetta, potresti farti registrare il marchio? comunque sia è un appuntamento piacevole con ottime segnalazioni (non a caso lei è una bibliotecaria!). Poi sono cominciati I  lunedì dell'alfabeto fotografico e ho scoperto una solita fotografa e Tutto da me, una sorta di vademecum sui blog. Simonetta è una blogger instancabile, con tre palline  vive a Pesaro, luogo in cui se mai andrò, tra una visita e l'altra, sarà indispensabile un incontro!!

Il premio ha delle regole da rispettare: condividere con i lettori 5 cose di sè che le persone non conoscono, segnalare sul proprio sito 5 blog che abbiano meno di 200 lettori ed evidenziare il link e lasciare loro l'avviso di ricevimento del premio.
Dunque, in ordine sparso:
- sono permalosa.
- non sono tinta, il nero è MIO.
- non mi accontento mai ed è un peccato.
- ho molti sogni nel cassetto e il tempo stringe.
- non sopporto i bugiardi e gli opportunisti.
Conosco molti blog con meno di 200 followers, solo perchè non aggiornati con post quotidiani, ma non per questo meno interessanti. Volentieri:
Anna di Arte Mamma perché quando ho avuto bisogno lei c’era, virtualmente ma c’era.
Graziana de La stanzetta inglese perché fa il lavoro che farò nella prossima vita e perché è come se la conoscessi davvero.
Alex di MrsHide & ze Mosta per come ironizza sulla sua esperienza di mamma single con un bimbo bilingue.
MariAnto di Mamme Matte perché è una di quelle persone che frequenterei senza indugio.
Emma di Leggimammaleggi, una mamma (Antea, che nome splendido) e un’insegnante che intuisco dolce e molto, molto capace.

venerdì 11 gennaio 2013

Tolstoj per bambini


Viene spontaneo associare Lev Tolstoj a Guerra e Pace e Anna Karenina. Due tomi per nulla adatti a lettori in erba e esemplificativi della scrittura di Tolstoj, spesso senza lieto fine.
Nello stesso tempo non si pensa neppure lontanamente di proporre ai bambini un racconto di questo considerevole autore: non sembra adatto e neppure ci si aspetta di trovare suoi scritti per giovani lettori.

Eppure Tolstoj ha scritto numerosi racconti per ragazzi. Racconti nati dalle sua esperienza di maestro: la disponibilità economica e le sue idee democratiche lo spinsero a fondare una scuola per i figli dei contadini. Una scuola al cui ingresso era scritto entra ed esci liberamente.
L'educazione era assolutamente libertaria:  "....Le lezioni iniziavano tra le 8 e le 9, a mezzogiorno si interrompeva per il pranzo ed un riposo, e si riprendeva al pomeriggio per 3 o 4 ore. Esistevano tre classi, junior, middle e senior. Non esistevano posti scelti dall'esterno per loro, ma ogni bambino sceglieva autonomamente il proprio posto. Non erano prescritti compiti da svolgere a casa" .

Va da se' che le lezioni di lettura e scrittura avevano la meglio e i testi erano scritti da Tolstoj stesso: prima con l'Abbecedario  e poi nei Quattro libri di lettura (1875) dove raccolse favole, racconti dal vero, descrizioni, considerazioni su problemi veri o immaginari (ad es.: «Dove va a finire l'acqua del mare»).


Tra questi la casa editrice Fatatrac ha scelto Il vecchio del bosco e i due topolini, non solo il più adatto per il finale poetico ma splendidamente curato nell'impaginazione e nelle illustrazioni.

Le illustrazioni sono di Andrea Rivola - qui in un'intervista di Centostorie e qui il suo blog - e il libro/cartonato è  "costruito" per consentire la lettura della favola, riportata nella terza di copertina, mentre l'ascoltatore puo' godersi le illustrazioni, con pop - up e finestrelle.

Si tratta di poche pagine ma di qualità.




Ai grandi consiglio vivamente di vedersi il film "L'ultima stazione" (2010), una splendida ricostruzione dell'ultimo anno di vita dello scrittore, incentrato in particolare sul rapporto con la moglie e alcuni dei suoi 13 figli. Un film che scorre piacevolmente e ci consente di conoscere il lato umano e intimo, i difficili risvolti psicologici della vita dello scrittore. Per una volta dimentichiamo di associare Tolstoj ai suoi piu' noti romanzi.











Questo post partecipa al Venerdì del libro di Homemademamma.

lunedì 7 gennaio 2013

Guardate questo video!

Per una volta mi sono fatta prendere dalla pubblicità. Ottima trovata quella dei creativi londinesi per il lancio di un nuovo modello di auto. Un video con protagonista una mamma - come tante - che con un delizioso rap racconta la sua vita prima e dopo la maternità. Non intendo cambiare auto ma ho sorriso a sentire il rap che molte mamme potrebbero cantare!!

Sarebbe da tradurre ma vi riporto la sintesi: "la protagonista è una giovane mamma (la classica bella ragazza della porta accanto), curata ma non fashion-victim, che racconta come e quanto la sua vita sia cambiata dopo la nascita dei suoi tre figli.
A ritmo di rap, la mamma 2.0 racconta che un tempo era abituata a consumare fuori casa pietanze particolarmente appetitose, mentre ora si accontenta degli avanzi in una cucina perennemente disordinata. Le unghie curate sono state sostituite dalle mani appiccicose, ma lei continua ad essere felice. "Quando si diventa mamme si entra in un nuovo club". dice, "da cui una volta ammesse non si può più uscire".

Questo il video!

venerdì 4 gennaio 2013

Aspettando la Befana......


il ponte è, più o meno, questo
Dalle nostre parti c'è un lungo fiume (130 km) e qualcuno racconta la Befana sbarchi proprio sulla sponda di una cittadina che affaccia su questo fiume e attraversa il ponte per iniziare il suo cammino per portare i doni ai bambini. 

Intorno a questo fiume si muove un gruppo culturale in continuo fermento che crede nel bisogno di tramandare fantasie, miti e leggende e di farne innamorare i più piccoli.

Quest'anno - complice le difficoltà economiche di tutti -  l'evento che da 25 anni vedeva sbarcare la Befana sul fiume, rischiava di non esserci.

La rabbia del folle creatore ha fatto sì che altre realtà si unissero, tra cui il nostro Gruppo di Acquisto. E, com'è noto, l'unione fa la forza: tante ore di laboratorio e molti visi nuovi intorno al sogno di non smettere mai di sognare.

La Befana sul Lambro di quest'anno è essenziale (va da se') ma un essenziale sinonimo di irrinunciabile, il punto di resistenza oltre al quale non si può andare.


Ma come puo' essere essenziale un evento che lo è per sua natura? le opere realizzate nei due/tre mesi di laboratori sono il risultato del riciclo di qualsiasi materiale, solo materiali poveri e chi collabora lo fa a titolo gratuito.
E a che cosa non vogliamo/possiamo rinunciare?
Essenziale vuol significare non farci togliere il gioco, la poesia e il gesto, l'amore per le cose belle.  Befana essenziale significa resistere alle condizioni economiche in cui ci hanno schiacciati e continuare a chiedere a cio' in cui non vogliamo nè possiamo davvero fare a meno.

A maggior ragione in quei luoghi dove si muovono le giovani generazioni: togliere i sogni a loro significa privarli di qualsiasi gioia. Io questa responsabilità non la voglio.

Tanti bambini hanno potuto - e possono ancora in questi giorni - ruotare attorno a quest'evento, abituandosi alle temperature non proprio calde dei capannoni, alle idee sempre nuove della mente creatrice ma sopratutto ascoltando le storie incantati. Storie di Befane e Uomo Selvatico.

Chi è la Befana lo sappiamo un po' tutti ma l'Uomo Selvatico? ebbene è il grande amico della Befana, vive in mezzo ai boschi, è un solitario e si arrabbia moltissimo quando "sporchiamo" la natura.
Questo, in sostanza, il riassunto dei miei bambini, affascinati e felici di poter realizzare un angolo per l'Uomo Selvatico, perchè potesse riposarsi nella notte: coperte, biscotti e qualche disegno.
"Cavoli - mamma - è passato davvero! non c'era più nessun biscotto e si è preso i disegni!". E non si tratta di bambini di pochi anni!

Certo la Befana è vecchia e stanca: ha bisogno di essere acclamata e deve sentire che i bambini ancora desiderino il suo passaggio!

Per questo motivo altrettanti bimbi hanno lavorato - superinfagottati! - per realizzare le lanterne e i manufatti da far scorrere lungo questo fiume o da tenere in mano per ricordare alla Befana che la stiamo aspettando. Mentre " i grandi" pensavano a rimettere a nuovo il barcone!









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