mercoledì 27 marzo 2013

Pannolini lavabili. Quali.

Ultimamente mi è capitato - nelle vita reale, non in rete insomma - di trovarmi a dover (e voler) spiegare cosa sono e come si usano i pannolini lavabili e nei commenti all'ultimo post pubblicato sulla decrescita è nata una spontanea chiaccherata sull'uso e l'economicità degli stessi.

Ho pensato fosse arrivato il momento per fare un riassunto su questo ancora tanto dibattuto argomento.

Innanzitutto non associamo necessariamente i lavabili con i ciripà di vecchia memoria: una maglina da ripiegare e legare con due lacci in vita. Rimane un sistema molto economico soprattutto per chi puo' usufruire di ciripà conservati dalle nonne o per chi ha dimestichezza con ago e filo, perchè possono essere facilmente realizzabili - ma almeno all'inizio risultano poco pratici e, se utilizzati da subito e senza esperienza o aiuto, possono scoraggiare.
In favore dei ciripà va sottolineato che i modelli più recenti sono abbinabili a inserti aggiuntivi con alta capacità di assorbenza e a mutandine in lana, maglina, poliestere da indossare sopra il ciripà.

I più pratici in commercio sono i cosidetto AIO (all in one), pratici perchè del tutto simili agli usa&getta tradizionali. Si tratta di un unico pannolino composto da materiale - cotone, canapa, bambù o microfibra - assorbente cucito su una mutandina impermeabile in PUL (poliestere),  la chiusura è in velcro o con bottoncini e non richiede ne' spille, ne' allacciature altre. Sono pannolini molto richiesti anche per l'estetica, molte le fantasie e i colori utilizzati per l'esterno delle mutandine.

Uno dei primi modelli alternativa ai ciripà sono stati i POCKET, una mutandina in PUL all'esterno a cui è cucito uno strato di morbido pile che drena il bagnato verso l'inserto assorbente (come sopra in bambù, canapa, cotone o microfibra) inserito in una tasca. Hanno la caratteristica di avere bottoncini richiudibili in base alla taglia del bambino.

ciripà
prefold
I ciripà e i prefold, invece, fanno parte della serie dei pannolini in due pezzi, vale a dire che oltre al pannolino è necessario indossare una mutandina impermeabile esterna che ha il "compito" di evitare fuoriuscite e bagnare gli indumenti ma di lasciare traspirare la pelle del bambino. Per quest'ultimo motivo sono assolutamente preferibili mutandine in poliestere (il solito PUL) e in lana, tra l'altro facilmente realizzabili; i ciripà si chiudono con un fiocco e per aumentarne l'assorbenza è consigliabile aggiungere un inserto assorbente, i prefold (che io ho molto apprezzato) hanno un'incredibile capacità di assorbenza: si tratta di un rettangolo di stoffa con una parte centrale più spessa che puo' essere piegato in diversi modi anche se la piegatura a ventaglio è, a mio parere, la più rapida e la più "efficente".  Il prefold si chiude con una spilla o uno snippet, spille in gomma. Alcune mamme non chiudono i prefold e lasciano che sia la mutandina a contenere tutto. Mi sento di sconsigliare questa chiusura, una spilla in gomma costa poco, si riutilizza all'infinito ed è utile soprattutto con i bimbi che cominciano a muoversi.

Io ho utilizzato tutti i tipi di pannolini che ho elencato (non ne parlerei, diversamente) e ciascuno ha una sua validità. Ottimi sono i prefold per i primi mesi e per i bambini che si muovono poco perchè, se non si ha molta manualità, l'allacciatura con un cucciolo sgambettante diventa un'impresa (divertente, ma un'impresa) e perchè - come i ciripà - hanno un'asciugatura rapida.
I pocket e i AIO (tutto in uno) asciugano con più difficoltà - ci si puo' comunque aiutare disponendoli sui termosifone -  ma sono validi per i bimbi più grandicelli che si muovono e cominciano a stare in piedi.

Ci sono tanti video in rete e altrettante foto su come chiudere tutti questi pannolini, ho imparato anchio così ma vi consiglio di incontrare un'altra mamma già esperta: tutto sempra più facile, si puo' provare insieme e condividere i dubbi.

Il lavaggio: non bisogna farsi problemi a lavare questi pannolini con gli altri indumenti o con detersivi particolarmente lavanti. Se siete famiglie tendenzialmente eco, vi troverete benissimo con i vostri detersivi bio, lavaggi a basse temperature (30°/40°), nessun candeggiante, ne' ammorbidente (che si potrebbe evitare per qualsiasi indumento).
Ci sono indicazioni su lavaggi ad alte temperature per abbattare la carica batterica, uso di bicarbonato, sull'utilità di lasciare in ammollo i pannolini prima del lavaggio, sull'uso di olii essenziali antimicotici (in particolare il tea tree oil), l'uso del percarbonato come sbiancante.
Un mio consiglio è lasciare perdere e rilassarsi, tanto i batteri si riformano sempre e ovunque e difficilmente un pannolino resta macchiato al punto da dover utilizzare uno sbiancante, anche naturale come il percarbonato. Unica accortezza: lasciar cadere le feci nel wc, pratica necessaria anche per gli usa&getta, eppure nessuno lo sa!
I vostro detersivo andrà benissimo, i lavaggi a basse temperature costano meno e evitando altri detersivi (sbiancanti, cattura colore, candeggianti, ammorbidenti) non danneggiate l'ambiente e, se questo aspetto non vi tocca, almento risparmierete e alla lunga vi accorgerete di poterne fare tranquillamente a meno.
E se proprio dovete aggiungete al lavaggio dell'aceto bianco, farà da ammorbidente.

Tengo a precisare che sono una mamma come tante, ne' fanatica del bio, ne' con resistenza fisica oltre il normale, approssimativa con la casa e alla ricerca del giusto equilibrio tra i figli e il lavoro. Se i pannolini lavabili sono stati alla mia portata lo sono anche alla vostra!

Come mamma - e zia di 5 nipoti - so che talvolta si è stanche, desiderose di essere solo accudite e stufe di barcamenarsi tra cuccioli e lavori di casa. In momenti come questi, si sente il desiderio di mollare tutto e acquistare il classico pannolino super assorbente.
Vi consiglio allora di scegliere i pannolini bio,  ma prestate attenzione al termine biologico: un pannolino per essere bio deve superare il 90% di biodegradabilità (nessun prodotto è bio al 100% peraltro) quindi predevere un packaging biodegradabile, l'uso di colle biodegradabili per le alette di chiusura e l'uso di sostanze assorbenti naturali poichè per poter garantire un'alta assorbenza le aziende produttrici di usa&getta utilizzano prodotti chimici dannosi per la pelle (possono provocare dermatite da pannolino) e per l'ambiente.
Districarsi per i genitori è difficile perchè i pannolini sono esclusi dalla direttive europee che obbligano l'indicazione della composizione del prodotto ma cio' non esclude sia possibile informarsi e, perchè no, chiedere al produttore la composizione.




Ulteriori approfondimenti che mi sento di consigliare:
http://www.nonsolociripa.it/
http://forum.promiseland.it/
http://ecowip.com/  (produttore dei pannolini usa e getta Naturaè).
http://www.biodizionario.it/



nota: non potendo fotografare i miei pannolini - al momento in prestito ad altre mamme - si segnala che le immagini inserite nel post sono di:
ww.ecobaby.it
www.bellicomeilsole.it
http://greenmomhappymom.com


Al prossimo post perchè ho scelto i pannolini lavabili.

venerdì 22 marzo 2013

Andrea Rivola. Libri per ragazzi.

Non l'ho capito subito, questo illustratore. In momenti diversi - magari alla ricerca di qualcosa di nuovo in libreria o in biblioteca - l'ho incontrato e solo successivamente ho associato le immagini e sono tornata su quelle già viste e sulle quali non mi ero soffermata. Ne ho già parlato qui e qui come illustratore per l'infanzia.

La ricerca è cominciata dopo la lettura  de Il vecchio del bosco e i due topolini ai miei bambini: le illustrazioni in questo testo  hanno la possibilità di emergere indisturbate e senza il rischio di offuscare ne' la storia ne' l'autore (trattandosi  di Lev Tolstoj è impossibile). Pertanto sono a tutta pagina, ampie e protagoniste e  mentre chi ascolta puo' limitarsi a guardare, la storia resta a margine per il lettore

Non sono illustrazioni di immediata fruibilità e accattivanti per piccoli lettori abituati a forme tondeggianti e colori primari a servizio del testo. 

Sono adatte ad uno sguardo di piccolo già abituato ad apprezzare libri e illustrazioni e pronto per disegni meno infantili; Rivola si rivolge, infatti,  ad un lettore più grande che sdegna la letteratura puramente illustrata (e' per piccoli) ma in realtà ne ha ancora bisogno. 

Ecco perchè molte illustrazioni si trovano in alcuni libri per ragazzi, dove l'immagine si è adattata ad uno sguardo più maturo ed è in grado di rievocare sentimenti più complessi.



Per la casa editrice laNuovaFrontierajunior  ha disegnato per Emiliano Di Marco - l'autore -  il professor Ernesto Maria Duvolte (“C'era un sacco di volte, nei posti e soprattutto nei tempi più incredibili, il professor Duvolte”). Il professore che molti avrebbero voluto avere: dall'aspetto stravagante ma grande appassionato di libri di storia al punto di riuscire ed entrare letteralmente nelle storia della storia e farci "digerire" argomenti un po' ostici.
 

E' il protagonista di I Mille e una storia dove si porta il lettore  a ricostruire la vicenda storica dell'Unità d'Italia scomodando video game e calcio;
in Duvolte e Annibale, un professore tra i Cartaginesi e i Romani invece si svela come si è manifestata la passione  per la storia: Duvolte aveva il professore piu' noioso e severo dell'universo. Un giorno a scuola succede l'irreparabile: si addormenta sui libri e al risveglio si trova circondato da elefanti e in compagnia di Annibale che gli racconterà per filo e per segno  le guerre puniche.


Mentre in 300+1. Un professore alle Termopili, Duvolte - per ripristinare il corso della storia - si trovera' costretto a incontrare Serse e Leonida e a combattere in prima fila con i famosi 300 spartani.




Libri utili per affiancare i noiosi testi scolastici e per chi ha optato per la scelta dell'homeschooling.



Per uscire dal contesto scolastico (per quanto utile) mi sono piaciute le storie gotiche di El Gnomo che leggendo il post di Rivola, ho avuto l'impressione si sia divertito molto........




Briciola e la Pulce lettura da proporre a tutti i  bambini (e i genitori, mi raccomando!) che si affacciano al mondo del calcio. Non è solo soldi, macchinoni, belle ragazze ma fatica, lealtà e impegno.

Grazie Ermanno Detti - l'autore - per avermi suggerito il prossimo regalo per i baby calciatori compagni di scuola di mio figlio e ad Andrea Rivola per la tecnica utilizzata nelle immagini (gesso nero e grasso su fogli bianchi e ruvidi) che consente di non distrarsi  dal messaggio.


Questo post partecipa al Venerdì del Libro di Homemademamma ed è condiviso alla pagina FB della Biblioteca di Filippo



mercoledì 20 marzo 2013

Very inspiring Blogger

Questo premio mi arriva dritto, dritto da un blog che stimo http://notebookofhappiness.com/

per cui ringrazio, racconto le 7 cose di me richieste e volentieri passo ad altre blogger - parlo al femminile perchè i blog sono perlopiù di donne/mamme.
7 cose?
  • incontentabile con se stessa;
  • troppo paziente con gli altri;
  • talvolta ingenua;
  • senso del dovere oltre la misura accettabile;
  • sogni, sogni per cui non basta una vita;
  • ultimamente stanca ma passerà;
  • quasi quasi mi iscrivo a danza del ventre (così rido un po'.....).
I blog?
Il premio  richiede di scegliere altre blogger e io cerco nella mia memoria alcuni blog che ho visitato di recente, dove - mi scuso con le autrici - magari non ho lasciato commenti ma in cui mi sono trovata bene.

io ne vorrei uno per me....
MammaGi e il suo Il pampano. Prima cosa, invidio la grafica del blog (poi guardo alla mia banalisisma grafica e mi deprimo, vabbè) che lascia intuire la professione di MammaGi: scenografa e architetto dedicata alla progettazione di spazi per bambini. Meno male che non avrà mai modo di vedere la stanza dei miei bambini dove cerco di dare sfogo alla mia creatività  - credendo di averne una - e il risultato finale non è minimamente vicino all'idea di stanza in ordine ma creativa allo stesso tempo che trovo cliccando alle sue pagine rooms e design dove ho ritrovato un marchio con proposte di giochi intelligenti Kidsonroof  e finalmente ne ho riempito il carrello ( con parsimonia che le proposte sono tante). Il pampano parla anche di libri e questo è il mio punto debole.....e poi crea cose come queste:




Lei dice di chiamarsi Scake (ma il nome è un altro e non lo rivelo....) e scrive su http://unannoacasa.blogspot.it/  . Il titolo per intero è "era solo un anno a casa" e non lo cito per precisione ma perchè è il senso del blog: lavorava poi ha pensato di prendersi una maternità lunga un anno ma poi quell'anno è diventato per sempre e i figli sono diventati 5. Così si diletta - nel tempo libero ( ma quando si ha tempo libero con 5 bimbi?) con i blog e ha scritto un libro Storia dolce di una bambina tutta da mangiare. Mentre mi riprongo di leggere il libro, le chiedo ufficialmente il segreto per tanta energia!



Federica è Libri e marmellata, cioè è mamma di tre maschi (e dico tre esseri di sesso maschile), ingegnere e lettrice per passione. Ancora una volta una grafica piacevolissima (niente da fare, devo rivedere la mia).  Come non potevo incappare in questo blog?  e dire che tento di liberarmi dal vizio degli albi illustrati ma quando mi capita di leggere post così ben fatti e con proposte irrinunciabili, torno volentieri al vizio. Federica ha organizzato i libri in categorie chiare e ha addirittura una pagina con bibliografie tematiche. Ecco qualcosa che ho in bozza da tempo e che qui trovo molto ben fatta.

Laura non è solo l'autrice di I colori di Laura ma l'artista che dipinge gli spendidi murales di cui racconta (ma quante ore ti occorrono e quanta pazienza......?). Questo dell'isola che non c'è   è bellissimo.
E questa illustrazione unicamente ispirata dalla pioggia dei giorni scorsi?


Simona, "mamma e maestra apprendista" e la sua bimba Rebecca sono le autrici del bel blog Leggo per te, realizzato di recente ma con all'attivo diversi post su libri che condivide con la sua bambina, libri adatti a bambini più piccoli ma di cui non dobbiamo perdere traccia, perchè è vero che i nostri bimbi crescono e le letture cambiano ma possiamo sempre regalarli o consigliarli. Simona ci ricorda quanto sia importante la genitorialità ad alto contatto ovvero l'allattamento al seno a richiesta, portare i bambini con la fascia e il massaggio infantile e a questi aggiunge leggere ai e con i propri bambini . Come non essere profondamente d'accordo?

Mammavvocato  si definisce cerebrale ma cerca di godersi la vita e vivere meglio il presente. Si presenta con schiettezza e semplicità:un po' imbarazzata, tanto timida e curiosa. Caratteristiche tipiche di una bella persona.
Tra l'altro voleva fare la scrittrice ma scrive di non averne la stoffa. A me non sembra!

Atlantide kids  di Barbara, lo si potrebbe immaginare come un blog di servizi, nel senso che vi si trova, oltre ai consigli di lettura divisi per età, proposte di film da guardare e di laboratori divisi in due sezioni: per chi ama la natura e per scienziati in erba, per chi ama leggere e ascoltare fiabe e chi ama l'arte a 360°.
Atlantide kids raccoglie le proposte per i bambini pubblicate su Atlantide Zine è   "un progetto che non intende obbedire alle logiche del commercio, né compiacere le mode, né seguire la corrente" alla ricerca di "gemme di letteratura, musica, cinema, arti visive sotto un mare di spazzatura ben confezionata da ammiccanti cialtroni o da agguerriti venditori di fumo".
Peccato sia uno sguardo solo sulla città di Roma e sul Lazio.



Infine passo il premio all'ultimo blog scoperto più di recente che tratta un argomento delicato: la procreazione assistita:

Frida in cerca di te . Questo blog racconta dell'attesa, quella di un bambino tanto desiderato. Una gravidanza attesa per molto tempo, "una strada lunga e piena di ostacoli", scrive Frida. Nessuna  smanceria ma una delicatezza che incanta e che ci consente ancora una volta una riflessione  sulla Legge 40.




sabato 16 marzo 2013

Vorrei essere un fiore. Eric Battut. Bohem editore.

E' capitato a tutti - prima o poi - di voler essere qualcun'altro. I motivi possono essere tanti ma il senso che accomuna il desiderio di cambiarsi è lo stesso: l'altro ci sembra migliore.

Questo libro, edito dalla Bohem nel 2003, è introvabile per l'acquisto ma sicuramente disponibile nelle biblioteche.
L'autore e illustratore è Eric Battut. Nato nel 1968 in Francia si dedica allo studio del disegno solo dopo aver terminato gli studi in Diritto. Ha pubblicato più di 50 libri con diverse case editrici e ottenuto numerosi premi, tra cui il Premio Andersen nel 2002 per le illustrazioni de Il Gatto con gli Stivali.
Il connubio tra le storie di Charles Perrault e le illustrazioni di Eric Battut si estende anche a Cappuccetto Rosso,  Barbablù, Pollicino: le storie sono nella versione originale (ma nel caso di Cappuccetto Rosso il finale che vede la bambina mangiata dal lupo è affiancata dal lieto fine più noto con l'intervento del cacciatore) con illustrazioni di alto livello.

Questo titolo Vorrei essere un fiore è indicato per lettori 2/6 anni ma - come spesso accade! - in realtà è adatto a qualsiasi età. Non escluderei neppure il periodo dell'adolescenza quando risulta difficile accettarsi e avere la pazienza di aspettare di crescere.

La storia è apparentemente molto semplice: una piantina e un filo d'erba spuntano dal terreno e mentre la prima, nonostante il susseguirsi delle stagioni, resta un filo d'erba, l'altro all'arrivo della primavera "era diventato alto e sulla cima era apparso un bocciolo rosso".
La piantina cresce, lentamente ma cresce, e soffre di veder spuntare solo foglie verdi: il suo sogno sarebbe avere un bel fiore sulla punta e una farfalla che vi si posava. Era così triste che non si interessava neppure alle sue prime quattro gemme.

Fortunatamente la primavera tornò ancora e la piccola piantina "si era trasformata in un grande albero e su ogni ramo aveva mille foglie, mille fiori pieni di farfalle".

Quasi disarmante il messaggio! è talmente a portata di mano che raggiunge i bambini con una sola attenta lettura, senza mediazione alcuna.




Le illustrazioni sono spartane, dirette e il libro è costruito in modo speculare: mentre in una pagina si osserva crescere il fiore in quella accanto si vede la piaccola piantina che cresce a rilento. Questa disposizione delle immagini ci spinge ad una lettura lenta che consente al bambino/ragazzo di soffermarsi sulle illustrazioni.

Su questo blog si trova un modo creativo per utilizzare questo libro!











Questo post partecipa al Vdl di Homemademamma.

Tentativi di decrescita quotidiana


Analizziamo le nostre giornate e le nostre case e domandiamoci se le scelte che facciamo o gli oggetti che acquistiamo abbiano o meno un impatto sull'ambiente.

Anni fa mi sono accorta di aver accumulato oggetti di nessuna o poca utilità, di nessun valore emotivo e per i quali non ero più in grado di ricordare da dove venissero, quindi probabilmente da un acquisto avventato.

Ho aperto i due cassetti delle lenzuola per scoprirne otto parure matrimoniali. Ne usavo al massimo tre. Ho scoperto di avere un numero imprecisato di asciugamani, grandi, medi e piccoli alcuni nuovissimi. Ho dato una veloce scorsa alla parte alta dell'armadio e ho visto vestiti in attesa di un ritorno della moda o di taglie impossibili da indossare ora.
Avevo quattro servizi di piatti e un'oliera nuova.
Un cassetto del bagno con bijoux non indossati da anni e un armadietto stracolmo di detersivi e detergenti per la persona. E due accappatoi ciascuno.
Tralascio lo stato bel box e della cantina. Si teneva tutto, per la logica del "non si sa mai".

Innanzitutto ho cominciato a pensare che qualsiasi oggetto andasse utilizzato e non messo da parte per le occasioni buone, perchè se le aspetti, quelle occasioni non arrivano mai; le asciugamani "belle" dovevano essere belle per ogni giorno e non restare piegate in attesa di non so quale momento.
Ho tenuto solo le tre parure utili e ho regalato le altre, tenendo per me solo un completo che apparteneva alla "dote" di mia mamma, certo non lo uso mai ed è un po' ingombrante ma ha un valore simbolico non indifferente.
Le asciugamani più grandi le ha prese una mamma con quattro bambini, lì non bastano mai, gli accappatoi offerti ad altri così abbiamo scoperto di poter sopravvivere con uno a testa (piscina compresa).
Per i vestiti e gli accessori di tutta la famiglia vige la regola dello scambio e si compra solo se realmente necessario (mi rimane un debole per le borse extra large, d'altra parte abbiamo tutti un lato debole).
Alcuni bijoux li ho offerti alle mie nipoti femmine in piena adolescenza.

I servizi di piatti vengono usati tutti alla prima occasione, con l'unica eccezione di evitare quello che adoro quando invito bambini under 10.

Detersivi? solo un multiuso e un anticalcare fatti in casa, dell'alcool, un detersivo bio per la lavatrice e la cera per il parquet (inevitabile e difficilmente hand made). Sto cercando ricette per produrmi anche il bagnoschiuma e il detersivi per i piatti, mi limiterò a comprare lo shampoo (per ora poi vediamo).

Box, cantina e sopramobili sono stati svuotati in favore di regali o di vendita ai mercatini dell'usato.

E non è finita qui!
Per i miei figli ho usato i pannolini lavabili (potrei aprire un capitolo - anzi un post - sull'impatto dei pannolini tradizionali), per me sto pensando seriamente alla coppetta mestruale e, se permanessero i dubbi, potrei confezionarmeli, come fa Stefania.

I libri continuo ad acquistarli, abbiamo aggiunto due piccole librerie per gli albi illustrati e cerco di non disseminarli dappertutto in casa (mio marito non ne poteva più....) pero' abbiamo tre tessere della biblioteca, utilizzate spesso e con il massimo dei libri che si possono prendere in prestito. Leggere leggo ma il risparmio è garantito. E' vero, occhieggio al kindle (al mio compleanno mancano 5 mesi....) ma, sebbene non costi molto, per ora ritengo di risparmiare di più con i prestiti bibliotecari. Cederò, prima o poi.

Ammetto di non bere, se non in estate, l'acqua del rubinetto così abbiamo optato per le bottiglie in vetro con acqua imbottigliata da una fonte non distante da casa e borracce per i bambini.

Utilizziamo spazzolini da denti con manico riutilizzabile, si trovano abbastanza facilmente in commercio e consentono un notevole risparmio di plastica, dovendo eliminare solo la parte con le setole.

Riduttore di flusso ovunque perchè permette di ridurre fino al 50% di acqua senza dover rinunciare ad una minore pressione del flusso dell'acqua.

Impacchetto i regali di Natale e non solo con carta di giornale e avanzi di gomitoli di lana.

Prossimi tentativi di decrescita:
- spugna vegetale di luffa  completamente biodegradabile utile sia per la detersione del corpo che per la   pulizia della casa e dei piatti.
- saponetta di allume di potassio, un deodorante naturale.
- bagnoschiuma hand made.

Altri consigli?



venerdì 15 marzo 2013

Il calzino bucato. Sandra Dema.

Vi siete mai chiesti cosa possa pensare un calzino trovandosi improvvisamente bucato? Immagino di no.
Sandra Dema, invece, si è immedesimata e ha scritto IL CALZINO BUCATO illustrato da Andrea Rivola e edito da Lineadaria.

Si tratta di un tipico calzino sportivo, bianco, taglia unica e unisex ma molto, molto apprezzato dalla sua proprietaria, Cristina.

Putroppo un pomeriggio, tolte le scarpe, Cristina scopre sgomenta che il calzino è bucato e non trova conforto nella mamma che - incurante, ben pettinata, elegante e occupata al telefonino - spera la nonna possa rammendarlo.......

Nel frattempo il calzino prende vita: si accorge di poter vedere - il buco si è trasformato in occhio! - di sentire gli odori degli indumenti da lavare tra i quali è stato gettato, di percepire il vortice della lavatrice e incontrando un piccolo bruco, impara ad imitarne l'andatura.
"Fino ad allora mi ero sempre comportato secondo la tradizione dei calzini.....ma in quell'istante ho capito che la mia vita stava cambiando. Mi sentivo molto diverso. Provavo una sensazione strana.....quel buco era stato provvidenziale. Altrochè buttarmi.....Ma chi l'ha detto che una cosa si debba eliminare subito quando non è perfetta?"

Un incontro spiacevole fa sì che anche l'altro calzino si ritrovi con un buco, anzi quattro, e la nuova vita continua.
Non svelo di più ma garantisco il lieto fine, grazie a chi crede ancora le cose possano avere una seconda vita, con un po' di pazienza!











Questo post partecipa al Venerdì del Libro.

mercoledì 13 marzo 2013

Laboratorio "Gli inventori dei sogni". Metodo Feuerstein.



Il laboratorio si è svolto in due pomeriggi ed era condotto da Cristina, educatrice ed esperta nel metodo Feuerstein.
Per la realizzazione del  laboratorio Cristina mi ha riferito non fosse necessario  essere applicatori del metodo Feuerstein ma, avendo  avuto la fortuna di assistere  (diciamo che l’occasione non me  la sono fatta scappare: i bimbi erano dieci e si chiedeva una mamma presente e io sono stata una volontaria felice!) , sono convinta che l’approccio paziente e fiducioso nella riuscita di tutti, Cristina l’abbia tratto anche  dalla sua esperienza di Mediatrice Feuerstein .
Infatti,  la metodologia Feuerstein prevede un lavoro insieme al bambino, in cui il Mediatore si assume la responsabilità del cambiamento e della riuscita del bambino, dimostrando di credere fortemente in lui e aiutandolo a lavorare in autonomia, per poi vedere e capire che il risultato è il frutto dei propri talenti .

Di cosa si è trattato? 
Il titolo era “Gli inventori dei Sogni”  e la breve spiegazione sul volantino questa “Una buona storia non è solo quella che leggi ma soprattutto quella che riesci ad immaginare”.
Nel corso del primo pomeriggio i bambini si sono dovuti conoscere e lo hanno fatto utilizzando dei giochi:  sono stati proposti dei pupazzi a cui ogni bambino poteva dare un nome e per cui immaginava una qualità particolare (qualcuno ha detto “il mio pupazzo puo’ portare sulla luna ), inventando frasi divertenti con questo libro e realizzando una storia corale, un incipit dato a cui ciascuno,  pescando una carta illustrata, ne aggiungeva  un pezzettino.  Al termine del “riscaldamento” si è entrati nel vivo del laboratorio;  Cristina ha spiegato che talvolta gli scrittori si danno uno pseudonimo così  hanno cominciato dandosi un nome di fantasia (i nomi erano molto fantasiosi!!) e con degli adesivi hanno “costruito” la propria immagine di scrittore, una sorta di avatar.
Il senso di questo primo incontro era facilitare la libera espressione della fantasia e del pensiero narrativo, processi fondamentali anche sul piano di un corretto sviluppo psico-fisico (ndr le info tecniche sono fornite dalla conduttrice del corso).
Il secondo appuntamento è stato incentrato sulla creazione della propria storia. I bambini, a gruppetti di due, avevano a disposizione carta, penna, matite colorate, immagini e colla. Il gioco è partito senza intoppi, i bimbi hanno collaborato serenamente e c’è stato anche qualche attimo di silenzio (concentrazione?). Terminate le proprie storie i bimbi le hanno lette a voce alta e hanno mostrato ai compagni le illustrazioni. Mi sono stupita della disponibilità alla lettura, anche il piu’ piccolo ha voluto raccontare il suo lavoro!
Il senso di questo secondo incontro era di accrescere il proprio senso di competenza (io so fare), passo fondamentale per il  consolidamento dell’autostima e della motivazione a qualsiasi forma di apprendimento.
Il sabato successivo lablevettan1 mi ha chiesto se potevamo andarci ancora in quel posto…………..
Che altro aggiungere?



Le storie inventate dai bambini e alcune loro illustrazioni - altre sono state aggiunte da Cristina - sono confluite in una splendida pubblicazione. Queste le "nostre" storie:





domenica 10 marzo 2013

Liebster award

Ricevo questo premio doppiamente felice: mi piace il senso e la grafica del premio e perchè arriva da un recentissimo blog con consigli di lettura testati (3 bambini.....) nonchè recensioni puntuali e serie Libere lettere.

Come ogni premio che si rispetti anche questo ha delle regole:
  • ritirare il premio
  • citare il blog che lo ha assegnato
  • inserire nel post la coccarda Liebster Award
  • passare il premio a 5 altri blog che abbiano meno di 200 followers, avvisando i blogger scelti con un commento.
Ecco a chi passo il premio:

Daria di http://www.goccedaria.it/, mi piace perchè raccoglie tutte le cose per cui vale la pena impegnarsi. Dice di sè: "Sono "la" Daria, architetto, mamma, gasata, consumatrice critica, vegetariana". Un blog ricco di ottime ricette (mi limito a guardarle per la solita difficoltà a cimentarmi in cucina ;) ), esempi di vita semplice, rispetto per la natura ed entusiasmo per le piccole cose.

Hilde di http://lacasadihilde.blogspot.it/ . Il suo blog emana quell'atmosfera autentica che adoro. Abita  al limitare dei boschi, lavora in una piccola biblioteca, si occupa con generosità dei suoi tre figli e scrive post interessanti.

Di recente ho avuto modo di leggere A passo lento : un giorno apro il blog attratta dal titolo e con sorpresa scopro una chiocciolina - come la mia! - e non ho potuto fare a meno di continuare a leggere!
Elena scrive di erbe, decrescita, alimentazione e libri. Come non restare?

Mi piace anche http://www.bbodo.it/ , intanto per alcuni nomi: Fioly - il suo, Lemuele e Eliandro - i suoi due bimbi; poi per quella leggerezza che traspare seppure la sua vita non sembra così tranquilla: lavoro in città, vita in campagna tra cavalli e altri animali. Non ultimo il sottotitolo: "ci piace coi piedini nudi nell'erba".

Infine, ma non per questo meno importante, Debbie le piccole cose.
Lei si chiama Debbie (va da se'), Picci è il suo ispiratore di cui dice "Sono la mamma di un Poeta, senza dubbio la creazione più riuscita della mia vita". Non aggiungo altro se non che il titolo trae in inganno, le cose di cui scrive non sono affatto piccole!

venerdì 8 marzo 2013

Come un pesce nel diluvio. Mia Lecomte e Andrea Rivola


Ho voluto dedicare un post a sè a questo libro.  Un albo poetico e  ottimista.


L'autrice è Mia Lecomte, l'illustratore Andrea Rivola (ne ho già scritto qui).

Una lettura apparentemente semplice, lineare ma in grado di risvegliare l'indignazione verso nani e ballerine, una favola in cui si cela un'indiretta critica ai tempi nostri.

E' un libro dedicato all'infanzia e il lieto fine è d'obbligo e c'è da sperare - seppur con poca convinzione -  la stessa redenzione dei protagonisti di questa storia si abbia in tutti noi.

Come un pesce nel diluvio


In Come un pesce nel diluvio (Sinnon 2008)  Rivola accompagna la storia della Lecomte. Un diluvio inaspettato, ma non uno qualsiasi, quello Universale. Per tutti una condanna, per i pesci una cuccagna.


Sono euforici i pesci,d'altra parte cos'hanno da perdere con tutta quest'acqua?  

Solo il protagonista - un piccolo pesce rosso indignato e critico verso i più forti, i più sfrontati che si disinteressano di come va il mondo - si domanda, lui che li conosce,  "Ma gli uomini come faranno?"

Si indigna verso i generali con una mappa delle guerre giuste (delle ragioni ultime se ne parla poi)  e i politici con leggi apposta per farlo decorare.



Verso le dive tuttofare, sinuose, snelle, audaci, le labbra gonfie e rosa, formate ad apparire a cui piace di piacere .



Verso il giovane Pagliaccio, attor comico molto in voga. Direbbe qualsiasi cosa, pur di farsi applaudire.



Con insistenza il pesciolino riesce a convincere questa  massa ad aiutare a non affondare l'arca stracarica di uomini: Sentite, pesci euforici, fermatevi un momento. Ridate una ragione al vostro sentimento. Non siate indifferenti potete rimediare. C'è un'Arca da salvare"



L'Arca è in salvo. E di colpo è finito. Il Diluvio è cessato. E' uscito il sole e ha scaldato.



Questo post partecipa al Venerdì del  Libro di Homemademamma e condivide la pagina FB de La Biblioteca di Filippo.

lunedì 4 marzo 2013

Intrattenimenti pomeridiani. Sale colorato.

Capitano le giornate noiose, dove prevale la voglia di fare nulla. Noi adulti ci accontenteremmo anche di un buon libro, una partita in tv, un film che aspettava da tempo.
I miei figli , invece, nelle giornate noiose sembrano avere un maggior carico di energia.
Ne risente il divano utilizzato come fosse un trampolino e ne risente anche la calma familiare e non c'è proposta che interessi.

L'ultima volta ho evitato predicozzi e, in silenzio, ho recuperato gessetti colorati, sale fino, colla, un barattolo di vetro e qualche piatto; poi ho iniziato a mescolare pezzetti di gesso con il sale.................si sono avvicinati e il gioco è durato un bel po'.

Rompere i gessetti e mescolarli al sale per renderlo colorato non è semplice: i gessetti moderni non si sgretolano facilmente ma l'impegno da' i suoi risultati e dopo tanto insistere, il sale prende colore.
Io ho preferito utilizzare piatti in ceramica anzichè quelli di plastica per evitare sprechi: garantisco lo stesso risultato e i piatti intatti!



S




Prendere un foglio e lentamente versare un po' di sale nel barattolo creando una serie di strati colorati o, con molta manualità, dei disegni (è il prossimo obiettivo....).

Valida alternativa che rende la procedura meno ripetitiva: mescolare più colori oppure lasciare pezzi più grandi di gessetti qua e là.




Sbattere più volte il barattolino sul tavolo - in modo che il sale scenda e si fissi - e coprire con uno strato di colla.

Il gioco è fatto!

venerdì 1 marzo 2013

Un leone in biblioteca.

E' permesso ad un leone entrare in biblioteca? nessun regolamento di biblioteca lo prevede, a dire il vero non potrebbe neppure entrare un cagnolino, figurarsi un leone ingombrante e rumoroso.

Che puo' fare un assistente di biblioteca ligio al dovere quando "un bel giorno, un leone entro' in biblioteca. Passo' davanti al bancone nell'ingresso e salì dritto verso le sale di lettura" ? Forse cacciarlo?

Ma il leone non sembra infrangere nessuna regola:  cammina a passi felpati, annusa le schede di catalogazione, si gratta la schiena contro alcuni libri, si addormenta tra i cuscini dell'angolo di lettura e ascolta le letture proposte fino all'ultima storia quando, "deluso, ruggì."

A quel punto la signora Brontolini,  capo- bibliotecaria, senza scomporsi davanti al leone gli riferisce "o fai silenzio, o devo chiederti di uscire! Un leone educato e silenzioso sarà il benvenuto in biblioteca anche domani."



Nei giorni seguenti il leone si presenta sempre in anticipo e si rende  utile spolverando le enciclopedie con la sua coda, leccando le buste e aiutando i bambini a raggiungere gli scaffali più alti; "....poi si accucciava nell'angolo delle storie, aspettando che cominciasse la lettura."

Tutti imparano ad non averne timore e a ritenere utile la sua presenza tranne il signor Magretti, il ligio assistente di biblioteca che insiste a ritenere fuori luogo la presenza di un leone in biblioteca, fino a quando succede un imprevisto e il leone ruggisce a più non posso.

E qui mi fermo perché ho già riportato troppo di questo poetico albo "Un leone in biblioteca" edito dalla Nord-Sud edizioni, di Michelle Knudsen con le illustrazioni di Kevin Hawkes.

Ne ho pubblicate alcune pagine per dare un'anteprima della bellezza delle illustrazioni, curate in particolare nelle espressioni del leone e dei bambini e nell'impaginazione dei testi.  


Per chi volesse farsi leggere la storia il laboratorio di Comunicazione e Narratività dell'Università degli Studi di Trento ha pubblicato un video qui : in meno di 15 minuti una lettura piacevole!

Questo post partecipa al VdL di Homemademamma e alla Biblioteca di Filippo.
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